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TESTO Convertitevi e credete al Vangelo

don Roberto Rossi  

III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (22/01/2006)

Vangelo: Mc 1,14-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,14-20

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Quando Gesù ha dato inizio alla sua missione? Dove, in che modo? Ha un

programma ben preciso? Che cosa vuole ottenere? A queste domande rispondono

due versetti del Vangelo di Marco. Il loro spessore è unico. Dopo qualche

informazione, ecco in sintesi il programma di Gesù. Si compone di quattro

righe: due affermazioni e due comandi. Sembra un manifesto destinato a

essere gridato ovunque e ad essere affisso sui muri dei paesi e delle città.
Eccolo:

"Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù venne in Galilea predicando il Vangelo
di Dio.

Diceva: «Il tempo è compiuto. Il regno di Dio è vicino. Convertitevi!
Credete al Vangelo».

Giovanni esce di scena. Eppure anche così annuncia Gesù. Giovanni è

arrestato, consegnato, come lo sarà Gesù, il Figlio di Dio. Il destino di

Giovanni annuncia quello di Gesù, che ora, quasi riprendendo l'interrotta

predicazione del Battista, si presenta dicendo: «Convertitevi!».

"Gesù venne in Galilea, predicando il Vangelo di Dio". È la Galilea lo
scenario

della missione di Gesù. Si ritornerà in Giudea solo per l'atto conclusivo
della sua vicenda terrena.

In Galilea Gesù annuncia il «Vangelo di Dio», cioè quella lieta notizia di

salvezza che ha come oggetto lo stesso Dio e che, sinteticamente, comprende

due eventi: "Il tempo è compiuto e Il Regno di Dio è vicino", a cui debbono

corrispondere due atteggiamenti: "Convertitevi e Credete al Vangelo".

Imprimersi nel cuore queste frasi è indispensabile. Qui c'è la sintesi di

quanto Gesù dirà in parole e opere, e la sintesi della giusta risposta umana
alla missione di Gesù.

Il tempo è compiuto perché è stato portato alla sua completezza, alla sua

pienezza e perfezione. Se è così, i millenni che hanno preceduto l'evento

"Gesù" erano tutti momenti a cui mancava qualcosa, momenti segnati da una

tensione verso il futuro, momenti privi di senso se visti in se stessi e non

tesi verso il Cristo. L'evento "Gesù" che ancora continua (quello raccontato

da Marco è solo «l'inizio») dà pienezza e perfezione a ogni cosa ed è opera
di Dio.

Ora siamo nel tempo della pienezza, come dice Paolo: «Quando venne la

pienezza dei tempi, Dio mandò il Figlio suo, nato da donna, perché

ricevessimo l'adozione a figli... mediante lo Spirito che ci fa dire: Abbà,

Papà». Queste parole sono il commento più bello dell'espressione di Marco:

Il tempo è compiuto. Lo è perché in Gesù risuona il «sì» di Dio a tutte le

sue promesse e perché una donna, Maria, ha dato alla luce il Salvatore, il

Figlio di Dio, che battezzandoci nello Spirito ci dona la capacità di

chiamare Dio «Abbà». Con Gesù ha inizio la vera famiglia di Dio.

Egli è il culmine della storia. Senza di lui la storia non ha senso. Con

lui, che continua ad agire in essa, è iniziato il tempo definitivo; non ci

sarà un altro tempo in cui è possibile la salvezza. In lui la storia diventa

vera quando dice relazione a lui; quanto non è in relazione con lui è

scoria, non ha senso, è destinata al fallimento, perché ancora in potere
delle forze distruttrici del peccato.

Di qui l'importanza del «Convertitevi» per essere nel giusto senso degli

eventi, cioè per essere in situazione di salvezza, presenza viva della
presenza del Regno.
In Gesù infatti il "Regno di Dio è vicino"

È la seconda parte del suo annuncio programmatico. Ma che cos'è il Regno di

Dio? Una cosa è chiara: non è come i regni di questo mondo e non si impone

con la forza. La predicazione di Giovanni, e ora quella di Gesù, affermando

che bisogna convertirsi, dicono che il Regno è una realtà che bisogna
accogliere aprendo totalmente la propria vita a Dio.

Parlare del Regno di Dio significa parlare del dominio di Dio sul mondo. Ma

Dio non vuole dominare come i potenti di questo mondo; egli vuole essere

accolto come Padre. Il suo Regno quindi si rende visibile dove ci sono
persone che fanno la volontà di Dio.

Se Gesù dice che in lui il Regno di Dio si è fatto vicino, lo è perché egli

viene a compiere la volontà di Dio. Gesù con la sua vita insegnerà come Dio

vuole regnare tra di noi. Gesù realizzerà in se stesso quei testi profetici

che parlano di Dio come Re e Pastore del suo popolo: «Andrò in cerca della

pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita, fascerò quella ferita

e curerò quella malata, avrò cura della debole e della forte, le pascerò con

giustizia... lo salverò le mie pecore». «Egli libererà il povero che invoca

e il misero che non trova aiuto; avrà pietà del debole e del povero, e
salverà la vita dei suoi miseri».

Così era atteso il Regno di Dio, come un evento di salvezza; come uno spazio

di libertà per tutti, come un ambiente in cui il debole, il povero e il

malato contano. Questo è il regno che Gesù annuncia e che vuole donare.

Ma per accoglierlo bisogna far proprio l'imperativo: "Convertitevi"

L'originale greco si dovrebbe tradurre: cambiate mentalità. È un pressante

invito a rientrare in se stessi, ad esaminarsi dentro, a chiedersi: «A che

cosa sono rivolti i miei pensieri? A chi appartiene il mio cuore? Da quali

poteri, forze, scopi mi lascio dominare? Verso quali modelli è orientata la

mia vita? Da quali atteggiamenti è determinato il mio comportamento? C'è
qualcosa che deve essere cambiato nella mia vita?"

Il termine "Convertitevi" rende meglio il senso della parola ebraica.

Convertirsi in ebraico significa ritornare a Dio, se da lui ci si è

allontanati: «Ritornate, figli traviati»; «Ritornate al Signore". Significa

rivolgersi al Signore con tutta l'esistenza, prenderlo incondizionatamente

sul serio come l'unico Dio; tenere conto di Lui nella propria vita, e in Lui

degli altri: «Lasciate la via perversa»; tornate a Dio che avrà misericordia

di voi; cambiate totalmente direzione, tornate al punto di partenza, a Dio

che vi ha creato. Voi siete in fuga da lui, tornate a lui che realizzerà in

voi il suo dominio di amore, il suo regno; «cercate il suo volto».
Poi c'è il secondo imperativo: "Credete al Vangelo".

Credere al Vangelo e credere a chi lo annunzia è la stessa cosa. Significa

aderire a lui, fidarsi di lui, accoglierlo come colui che dà senso alla

nostra vita, come lo dà alla storia. Significa fare del suo messaggio e

della sua vita il fondamento della nostra esistenza per aprirci come lui al
Padre. Bisogna seguire Gesù come via al Padre.

 

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