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TESTO Dio ha bisogno degli asini

don Michele Cerutti

IV domenica T. Avvento (Anno B) (03/12/2023)

Vangelo: Mc 11,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 11,1-11

1Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. 3E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”». 4Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. 5Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». 6Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. 7Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. 8Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. 9Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:

«Osanna!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!

10Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!

Osanna nel più alto dei cieli!».

11Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.

A passi decisi abbiamo fatto il giro di boa del tempo di Avvento. La liturgia ci sorprende perché prende in prestito dalla Settimana autentica una icona, quello della domenica delle Palme: Gesù che entra a Gerusalemme sul dorso di un asino stupendoci come sempre.
Un Dio che non sceglie un grande cavallo, ma un animale molto lento e non di pregio.
D'altra parte Dio sappiamo non si fa trovare nei palazzi del potere, seduto su un trono regale.
Ma segni della sua regalità sono una stalla e una Croce e in mezzo ci sta anche un asino.
Dio non lo troviamo nella nostra vita diciamo spesso.
Non lo troviamo perché siamo abitati dall'idea di potenza e di forza nella divinità.
Potenza e forza che sono considerate nella dimensione molto umana.
Abbiamo festeggiato qualche settimana fa la festa di Cristo Re, in rito ambrosiano, mentre in rito romano lo abbiamo festeggiato settimana scorsa.
Lo abbiamo detto e lo diciamo sempre in quelle occasioni che la forza e la regalità di Cristo sta nel servizio e nello svuotare se stesso per ricondurre l'umanità al Padre.
Tutti questi discorsi però rischiamo di non viverli e cerchiamo Dio sempre con le categorie umane.
Dio passa nella brezza di un vento leggero come ci direbbe Elia e noi non ce ne accorgiamo perché lo vogliamo vedere in un uragano.
Il tempo di Avvento deve diventare tempo in cui siamo chiamati a vedere la presenza di Dio nei piccoli anfratti della nostra storia personale, per evitare che Dio ci passi e noi lo lasciamo sfuggire.
Quello che colpisce è che Gesù dice di aver bisogno dell'asino.
Allora penso che ha bisogno di me e ha bisogno di ciascuno di noi anche se feriti dal peccato e dai nostri limiti.
L'Avvento diventi tempo in cui aumentare il nostro impegno di cristiano nelle nostre comunità pensando che non è necessario essere i primi della classe.
Sicuramente i discepoli saranno rimasti a bocca aperta vedendo il Maestro entrare a Gerusalemme sul dorso di un asino.
Se però guardiamo bene quegli stessi che si scandalizzano sono quelli che da lì a poco lo lasceranno solo sulla Croce e qualcuno ancor prima lo vende per pochi denari.
Eppure Gesù avrà ancora bisogno di loro per annunciare al mondo che è Risorto.
Se guardiamo la Storia della Chiesa lo sposo ha cercato uomini e donne senza meriti particolari.
Domenica scorsa la Chiesa ambrosiana ha concluso il processo Diocesano di beatificazione di Fratel Ettore.
Non aveva studiato, di famiglia umile e prestato da bambino per i lavori dei campi.
Bestemmiatore eppure a 17 anni un pellegrinaggio con la parrocchia in un luogo mariano, il Santuario della Madonna della Corona, lo porterà a cambiare vita.
Da lì l'ingresso tra i camilliani per poi mettersi in gioco per i poveri di Milano andandoli a cercare nei crocicchi delle strade e aprendo mense e dormitori.
Questo dimostra che nessuno è escluso nel mettersi completamente in gioco per il Signore.
Mi risuonano le parole del Santo Curato d'Ars, un altro non primo della classe, che andava affermando: "Se Sansone con una mascella d'asino ha potuto sterminare un esercito di Filistei, che cosa non farà mai un asino nelle mani di Dio!"

 

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