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TESTO Un tempo per svegliarci e preparare otri

don Angelo Casati  

II domenica T. Avvento (Anno B) (19/11/2023)

Vangelo: Mt 3,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».

3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.

5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

"Svegliati, svegliati", e poi ancora "Svegliati": così nel brano del profeta Isaia. E chi è da svegliare? Chi è l'assonnato? Da sbalordimento: nelle parole del profeta da svegliare è Dio. Come se, dopo i miracolosi interventi del passato, si fosse assopito. Mi ritornano alla mente i discepoli che sulla barca, ubriaca di acqua, in una notte di tempesta sul lago, svegliarono concitati Gesù: "Allora lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che moriamo?". Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?"". Per uno come me, che va in cerca di piccoli segni, è già significativo, anzi incoraggiante, che non sia stato cancellato né dal brano del profeta né dalla pagina del vangelo il grido a Dio, quasi rasentasse la bestemmia: "Svegliati. E' passata l'ora. Sei in ritardo". Ci è dunque permesso gridare "svegliati" nelle ore della vita in cui Dio sembra essersi addormentato.

Dopo tutto che Gesù fosse in ritardo lo dissero al Maestro anche le due sorelle di Lazzaro: l'amicizia fa osare. Ma chissà se poi nella vita ci è capitato, qualche volta, di precipitarci a svegliare qualcuno che in realtà era già vigile di suo e i più assonnati eravamo noi. In verità in ritardo a svegliaiarsi - alla fede - sulla barca erano i discepoli. Ed è stupore svegliarsi e trovare il volto che sogni accanto. Lo raccontano spesso i salmi: "Al risveglio mi sazierò della tua presenza". Potrebbe essere una domanda per il mio avvento: "Sono sveglio? E dove e quando sono assonnato?". E' una domanda che verifica il desiderio. A tenermi sveglio infatti è il desiderio: uno sguardo aperto, che non è certo uno sguardo predatore indagatore, non l'appropriazione, ma la contemplazione. E può riguardare tutto: quando ascolto, quando cammino, quando mangio, quando abbraccio, quando prego, quando lavoro - e così a non finire - sono sveglio? Ma ora vengo al vangelo. Le parole del Battista suonano nel deserto come un grido - e che grido! - a svegliarsi. Prima parola "convertitevi": "In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!"".

Sarà la prima parola di Gesù. Che precede tutte le altre. Se non accedo a questa parola "convertiti", impallidisce ogni altra parola. La parola chiama a un cambiamento d'orizzonte. Se cambi orizzonte, allora sì fai cose diverse, accedi al nuovo del vangelo. Tra le parole che abbiamo svigorite, cui abbiamo dato un senso pesante e triste, c'è anche il verbo "convertirsi" e la parola "conversione", che spesso si bloccano al male da lasciare, e non si affacciano alla bellezza del mutare abito. "Convertitevi" - in greco - significa: "passate a un altro modo di pensare, a un altra modo di vedere la vita, svegliatevi al nuovo". Al nuovo di Gesù, se stiamo alle parole del Battista, al nuovo del Rabbi di Nazaret, che sta per arrivare, è a pochi passi. Ed è questo il punto su cui accade - posso sbagliarmi- la divaricazione, nel nostro brano, tra le folle da una parte e farisei e sadducei dall'altra, al fiume Giordano. A me sembra di leggerla - e qui esagero - anche nei verbi: delle folle si dice che "accorrevano", degli scribi e dei farisei è detto che Giovanni "li vide venire".

Accorrere e venire: accorrere nasconde un desiderio, venire può nascondere un'ispezione. Accorrere come desiderio del nuovo, venire come controllo della situazione. La disponibilità a un modo nuovo di sentire o la difesa delle tradizioni e dei posti? Dello status quo? II Battista, che di suo ha un piglio forte roccioso, quando vede venire scribi e farisei al suo battesimo ha toni di fuoco: "Razza di vipere". D'altronde con loro non sarà tenero neppure Gesù: "Guai a voi scribi e farisei ipocriti". Che cosa ha intuito il Battista? Ha intravvisto il perché di quel loro venire al Giordano. A spingerli, diremmo, ii potere dei sondaggi: i consensi andavano crescendo vertiginosamente a favore del profeta del Giordano. E' scritto: "Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano". Come reagire? Facciamo credere di essere anche noi tra i suoi simpatizzanti. Mettiamo all'occhiello un distintivo, il suo battesimo. Costa poi così poco, così come costa poco dirsi figli di Abramo. Come d'altronde costa poco dire: "sono cattolico".

Il Battista svela l'inganno. Il Battista chiede un cambio radicale. Sentitelo. Ritorna la parola "conversione": "Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo". Notate "Fate dunque un frutto degno della conversione". Ancora esagero, ma forse mi avvicino al pensiero. Quasi dicesse "Di cose ammantate di religione ne fate molte, ma una che è una, che venga dalla conversione non ancora; intoccabili le vostre tradizioni, il vostro potere e soprattutto i vostri interessi". "Voi" dirà Gesù " voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità". Il Battista chiede un cambio radicale. Ma annuncia anche chi ci aprirà a questa visione nuova, chi ci sosterrà in questa transizione dal vecchio al nuovo. Ed è bellissimo: uno che "battezzerà in Spirito Santo e fuoco", nel vento, Gesù di Nazaret, che in questo avvento tocca il nostro Giordano, lui, vino nuovo che chiede disponibilità in otri nuovi. "Vino nuovo in otri nuovi": dirà.

Che bello e prezioso l'Avvento: un tempo per svegliarci e preparare otri nuovi.

 

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