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TESTO Commento a Mc. 1, 14 20

Suor Giuseppina Pisano o.p.

III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (22/01/2006)

Vangelo: Mc 1,14-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Il brano del Vangelo di questa domenica, pur nella sua brevità e concisione, contiene due temi di grande respiro: la predicazione, sintetizzata nelle parole di Gesù: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo», e la chiamata di alcuni uomini, perché collaborino alla sua missione:

«Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini».

Predicazione e vocazione sono strettamente connesse, nell'unico obiettivo che è quello di richiamare gli uomini dalla via del peccato, della prevaricazione, dell'empietà, alle vie di Dio.
Così pregava il Salmista, ed oggi la liturgia lo ricorda:
"Fammi conoscere, Signore, le tue vie
Insegnami, Signore, i tuoi sentieri;
guidami nella tua verità e Istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza,
Ricordati, Signore, del tuo amore,
Ricòrdati di me nella tua misericordia...." ( sl 24)

Dio accoglie, il grido dell'orante, e invia al popolo i suoi profeti, perché scuotano le coscienze e istruiscano gli uomini su quelle che sono le" vie di Dio": vie di giustizia, di pace e di timore del Signore.

Egli chiama alcuni per questa missione, ed oggi la liturgia della Parola ci offre, come esempio Giona, il profeta restio ad accogliere il volere del Signore, che lo inviava a Ninive, dove mai avrebbe sperato di esser ascoltato; tuttavia, dice la Scrittura: " Giona si alzò e andò a Nìnive.... cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta». I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al piccolo.Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece." (Gio 3,1 5. 10 )

In realtà, come Paolo insegna, c'è chi semina e chi irriga, ma colui che fa crescere e fruttificare è Dio, Lui operò la conversione dei Niniviti e, sempre Lui, mosse i passi di Giona e diede forza alle sue parole, poiché la vocazione e la predicazione sono iniziativa di Dio, e non dell'uomo.

Ancora, col Battista, ultimo dei profeti, alle soglie della nuova predicazione, l'invito alla conversione, è legato alla paura di un castigo; se Giona parlava di distruzione della città, Giovanni, parla di " una scure posta alla radice", pronta ad abbattere ogni albero che non porti buoni frutti ( Mt. 3,8-10); è con Gesù di Nazareth, il Cristo, che il richiamo alla conversione ha un senso nuovo: " credete al vangelo", e il Vangelo è lo stesso: il Figlio di Dio, che salva. Di lui Isaia aveva detto: "ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio, ho posto il mio spirito su di lui; egIi porterà il diritto alle nazioni, non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza, non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; per la sua dottrina saranno in attesa le isole....".( Is. 42,1-9 )

Ora, nella pienezza dei tempi, il Figlio di Dio, mite ed umile di cuore, parla agli uomini della salvezza eterna; la sua predicazione ha un tono diverso, assomiglia, per usare l'immagine stessa del Vangelo di questa domenica, ad una rete, una rete di misericordia, gettata nel vasto mare della storia, allo scopo di salvare gli uomini, liberandoli dalle insidie del male, di cui il mare è, in questo caso, simbolo.

Una rete, segno dell'amore del Padre, e un Pescatore, che è il Figlio Redentore, e, con lui, altri uomini, talvolta umili o ignoranti, ma "chiamati" a condividere la missione del Cristo: sono quei discepoli, scelti per l'evangelizzazione, gli " inviati " quelli che, semplicemente, chiamiamo Apostoli.

La liturgia di questa domenica ci parla della vocazione, non al discepolato, ma ad essere collaboratori stretti del Maestro.

La descrizione che Marco fa', è sobria, lineare, sintetica, ma per questo ancor più incisiva, nella splendida cornice del mare di Galilea lungo il quale il Signore cammina, ed osserva quei poveri pescatori, intenti alla loro fatica quotidiana; «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini».

Questa volta la risposta è pronta: ".... subito, lasciate le reti, lo seguirono...."

Non c'è il tergiversare di Giona, c'è la fiducia in quel giovane rabbi, che, come raccontano gli Atti, passava facendo del bene; sicuramente, essi non capirono pienamente la portata di questo evento; dovrà passare del tempo, dovranno venire i giorni bui della passione e della morte di Gesù, dovranno, soprattutto, ricevere lo Spirito dal Risorto, perché le loro menti si aprano al Mistero, e i loro cuori siano resi capaci di accogliere la missione: " Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e si farà battezzare sarà salvato......" ( Mc 16,15-16 )

Ormai il tempo è compiuto, ha raggiunto la " pienezza " in Cristo Gesù, uomo-Dio, "si è fatto breve " come scrive Paolo (1 Cor 7, 29 31), nel senso che il tempo cronologico dell'uomo, volge rapidamente verso l'eternità di Dio, verso la salvezza, cui niente va anteposto.

E' questo il senso della seconda lettura di oggi: "..d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo! " (1 Cor 7, 29 31)

Il Vangelo di Cristo non toglie niente all'uomo, non lo impoverisce, esso mette soltanto ordine nella vita temporale, un arco di tempo che, per quanto lungo, è sempre breve di fronte a Dio, l'Unico necessario.

E' questa la ragione della sobrietà, cui l'Apostolo invita, così che la vita dell'uomo sia abitata da Dio; e la Chiesa, che il Signore ha voluto come sacramento di salvezza e maestra di vita, lei, fedele custode della

" buona novella", continua nei secoli la sua missione, facendo risuonare il Vangelo di Cristo a tutte le latitudini e in tutte le culture..


Sr Mariarita Pisano O.P.
Monastero domenicano
SS.mo Rosario
Marino Laziale RM

 

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