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TESTO Tu sei il Figlio di Dio

Monaci Benedettini Silvestrini  

Giovedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (18/01/2006)

Vangelo: Mc 3,7-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 3,7-12

7Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea 8e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. 9Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. 11Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». 12Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Una grande folla si è mossa per seguire Gesù; da ogni parte della Palestina e del Medio Oriente, da zone nelle quali è radicata la tradizione giudaica e da zone culturalmente diverse. Gesù opera miracoli e guarigioni mentre una unica verità risuona, per il momento la folla ne è partecipe ma inconsapevolmente. Lo scandalo di Gesù è anche qui! Sono gli spiriti immondi che, per primi, afferrano il Mistero di Gesù e lo proclamano, anche se in opposizione ad esso. Bisogna anche ammetterlo, questo atteggiamento di Gesù merita attenzione. Perché nascondere, ora quello che poi sarà manifesto? Perché non proclamare tutto e subito? Gesù chiede una fede profonda e che non derivi dalla sola emotività dei miracoli che sta attuando. Una fede profonda che va oltre una popolarità facile. Una fede profonda vuol dire che coinvolgimento di tutta la persona, con tutti i suoi sentimenti, che deve essere in grado di trasformare anche i momenti dolorosi e difficili in possibilità di redenzione e di salvezza. Per il momento, Egli attua il suo piano di salvezza con le manifestazioni esterne dei miracoli. La manifestazione completa di Gesù, nella gloria del Padre, è una missione progressiva che implica anche una pedagogia profonda e culminerà sul Golgota per essere proclamata apertamente nello Spirito della Pentecoste, dopo la Resurrezione. In questo passaggio l'esperienza terrena di Gesù porterà con sé il dolore, la sofferenza ingiusta che saranno proprio loro gli strumenti per veicolare la salvezza e redenzione.

 

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