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TESTO Ami Dio? E allora, ama il tuo prossimo.

don Alberto Brignoli  

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (29/10/2023)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

La prima cosa che mi è venuta da pensare ascoltando le parole della Liturgia di questa domenica (in particolare la prima lettura e il Vangelo) è il luogo, la terra in cui esse sono state scritte e pronunciate. Scrivere e parlare d'amore verso Dio e verso il prossimo in una terra che da millenni viene chiamata “Santa” ma nella quale la santità è stata soppiantata dalla barbarie, dalla violenza e da tutto ciò che di più disumano esista... fa davvero una certa impressione, e di sicuro non è una bella impressione. È vero che quello che sta accadendo da tre settimane a questa parte non è una novità, perché è parte di una situazione che si trascina da parecchi decenni; ma questo non significa che ci si debba adeguare o rassegnare a questo clima di odio, che tra l'altro non possiamo prevedere a cosa altro possa portare, se non a distruzione e morte, soprattutto di persone innocenti che con queste logiche di potere non hanno proprio nulla a che vedere.

Eppure, in quella terra, Gesù duemila anni fa parlava di amore a Dio e amore al prossimo come due facce di un'unica medaglia; eppure, sempre in quella terra, una dozzina di secoli prima di Gesù, Mosè con il popolo d'Israele visse l'esperienza dell'Esodo nel deserto come una grande occasione di solidarietà, di attenzione al povero, al forestiero, alla vedova, all'orfano, come risposta all'amore che Dio aveva dimostrato e continuava a dimostrare al suo popolo. Poi, però, lungo la storia, l'umanità ha continuato sempre più a dimenticarsi dell'amore verso il prossimo (e non parlo solo delle grandi guerre o delle crisi a livello planetario, ma anche delle nostre piccole vicende familiari e di paese) commettendo, però, l'errore di continuare a proclamarsi “amante” di Dio. È un errore, sì, e madornale, continuare a dire che amiamo Dio e crediamo in lui, ma poi nel contempo non siamo capaci di amare i nostri fratelli: perché, se almeno tra noi che ci diciamo credenti evitassimo di scindere l'amore per Dio dall'amore per i fratelli, forse tanti conflitti non esisterebbero più.

E invece, anche noi (non solo gli integralisti di ogni religione) continuiamo a comportarci come il fariseo del Vangelo, convinti (e la sua convinzione la si capisce dalla risposta di Gesù) che esista un unico solo grande comandamento nella vita di noi credenti, ovvero amare Dio con tutto noi stessi. Cuore, anima e mente nella tradizione ebraica stanno per coscienza, pensiero e soffio di vita nel senso più globale del termine: per cui, amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente significa amare Dio con tutto noi stessi: nei pensieri sempre rivolti a lui, in tutto ciò che facciamo nella vita di ogni giorno, nella retta coscienza di compiere sempre il bene e di fuggire il male; è tutto questo, ciò che mettiamo in campo quando diciamo di amare Dio.

Che è tanta roba, ma non basta. Perché poi c'è la vita di ogni giorno, fatta di incontri e di convivenza con gli altri, fatta di relazioni con le persone, fatta di accettazione dell'altro per ciò che è, fatta di difesa dei miei diritti e di consapevolezza dei miei doveri. E qui, metterci amore di cuore, anima e mente non è affatto facile. Perché amare Dio, alla fine, può anche risultare semplice: più di tanto, infatti, nella vita di ogni giorno, Dio non viene a darmi fastidio, anzi, spesso non parla proprio. Semmai, sono io che gli chiedo o gli dico qualcosa, ma poi tutto finisce lì, con buona pace di tutti.

Avere a che fare con gli altri, con l'umanità, con il prossimo... qualche fatica in più la comporta: e allora, puoi anche essere un grande amante di Dio e di tutto ciò che lo riguarda, ma se non ami tuo fratello e non ci tieni a lui quanto ci tieni a te stesso, l'amore che hai per Dio non solo non serve a niente, ma può anche diventare dannoso. Convinti che Dio è l'unico bene della nostra vita e che amarlo con tutto noi stessi sia l'unica cosa che conta nella vita, noi uomini ci siamo pure convinti che il resto delle cose della vita possiamo viverlo indipendentemente dal riferimento a lui, perché con Dio siamo già a posto, gli abbiamo già detto che lo amiamo.

Con l'umanità, invece, l'amore è molto più complicato, perché ognuno di noi ha interessi e diritti da difendere. E allora nascono i conflitti, che, quando sono fatti in nome di Dio perché convinti che Dio è al nostro fianco, diventano un dramma per l'umanità.

Ma senza entrare nei drammi dell'umanità, che ora ci affliggono duramente, stiamo nei piccoli drammi dell'umanità quotidiana, quando tra le nostre case, le nostre vie e le nostre piazze non siamo capaci di rispettarci e di volerci bene. E magari, siamo uomini e donne di Dio, timorati di Dio, uomini e donne di chiesa, uomini e donne che vanno regolarmente a messa, ma che da quella messa non riescono a tirar fuori un briciolo di amore verso il prossimo.

Quest'ultima non è la classica affermazione di quelli che non frequentano la chiesa o non professano alcuna fede e vogliono giustificarsi dicendo che non lo fanno perché piuttosto che essere come tutti gli altri cristiani, incoerenti con il Vangelo e incapaci di voler bene agli altri, preferiscono stare lontani dalla pratica religiosa. A noi che ci diciamo credenti e professiamo la nostra fede anche con la pratica religiosa e con l'amore verso le cose di Dio non deve interessare ciò che gli altri dicono, fanno e pensano, perché ognuno è libero di esprimere ciò che crede, e di vivere come crede.

L'unica cosa che ci deve interessare è di non scindere mai questi due comandamenti “simili”, come li definisce Gesù: ossia, amore a Dio e amore al prossimo. Perché solo l'amore verso il nostro prossimo rende credibile il nostro amore verso Dio.

 

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