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TESTO Commento su Matteo 22,34-40

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XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (29/10/2023)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,34-40

In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Gesù ha molti oppositori che a turno tentano di coglierlo in contrasto con la fede del popolo d'Israele!

Vediamo un po' di capire chi sono questi personaggi e qual è il loro ruolo...

Tra questi oppositori ci sono i sadducei che appartenevano alle classi ricche e dirigenti formate principalmente dai sacerdoti (che non erano come i sacerdoti di adesso!); poi c'erano i farisei che erano un vero e proprio partito con finalità sia religiosa che politica e che sostenevano rigorosamente la legislazione mosaica; c'erano poi gli scribi che erano una classe di uomini esperti in tutto ciò che riguardava la trasmissione delle tradizioni religiose di Israele.

Tutti questi vanno spesso da Gesù per porgli domande, per “fargli l'esame” e coglierlo in fallo quando parla. Vogliono che le sue parole non siano ascoltate e per questo sono disposti a condannarlo a morte.

Sono sicura che anche voi siete spesso interrogati dai vostri insegnanti, ma non certo per accusarvi! I vostri maestri o professori lo fanno perché vi vogliono bene e vi vogliono insegnare tante cose che vi saranno utili per la vostra vita!

Gli oppositori di Gesù, invece, lo fanno perché vorrebbero addirittura condannarlo...

E si riuniscono perfino insieme! Fatto incredibile perché farisei e sadducèi non si sopportavano per niente... possiamo leggere negli Atti degli Apostoli che, ogni volta che si trovavano insieme, tra di loro c'erano delle baruffe o delle liti.

Qual è allora il motivo per cui oggi si alleano? Perché hanno un nemico comune: Gesù.

Sapete bambini, a mio figlio Massimo, quando frequentava le elementari, è capitato di vivere un'esperienza abbastanza simile. Come in ogni classe, ci sono bambini che vanno d'accordo tra di loro e bambini che non si sopportano... spero vivamente che nella vostra scuola non sia così... Comunque, tornando alla classe di Massimo, c'erano un paio di gruppi “uno contro l'altro armato” e, a volte, tra di loro volava anche qualche calcio! Ma sapete che quando era l'ora di prendere in giro mio figlio questi due gruppi si alleavano e diventavano “un cuor solo ed un'anima sola”?

E la ragione era molto triste... lo prendevano in giro perché era un po' robusto...

Vedete a che punto può arrivare la durezza di cuore quando si tratta di fare del male a qualcuno? Può far coalizzare perfino persone che non vanno d'accordo per niente...

Tornando al Vangelo, per cogliere in fallo Gesù, questi oppositori si riuniscono tutti assieme e scelgono un “calibro da novanta”, mica una persona qualsiasi: un dottore della Legge, un teologo diremmo noi, un esperto delle Sacre Scritture.

Questo personaggio, dunque, interroga Gesù per metterlo alla prova. “Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”.

La Torah, la Legge, cioè i primi cinque libri della Bibbia, erano il fondamento della loro tradizione religiosa.

I rabbini, cioè i capi spirituali della comunità ebraica, studiando le Sacre Scritture, avevano identificato, oltre alle dieci parole date da Dio a Mosè sul monte Sinai, 613 precetti che ogni buon ebreo doveva rispettare.

Questi comprendono “precetti positivi”, cioè le azioni che il fedele deve compiere, e “precetti negativi”, azioni che non si devono fare.

La domanda dunque che il dottore della Legge oggi fa a Gesù, è fatta proprio per metterlo in seria difficoltà... con tutti questi precetti da rispettare cosa avrebbe risposto? Quale avrebbe detto che era il più grande visto che dovevano essere rispettati tutti?

Ma Gesù semplicemente dice: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. E subito aggiunge: “Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.

La risposta di Gesù riprende e unisce due precetti fondamentali che Dio ha dato al suo popolo attraverso Mosè. Il dottore della Legge, infatti, cerca di trascinarlo nella discussione tra gli esperti delle Sacre Scritture sulla graduatoria di tutte quelle prescrizioni.

La risposta di Gesù non è scontata, perché, tra i molti precetti, i più importanti erano i dieci Comandamenti dati direttamente da Dio a Mosè. Erano le condizioni del patto di alleanza che Lui aveva fatto con il suo popolo affinché fosse felice.

Con questa risposta Gesù vuole far capire che senza l'amore per Dio e per il prossimo non si è fedeli nemmeno a questa alleanza. Tu puoi fare tante cose buone, rispettare tante belle regole, ma se non hai l'amore, non serve a niente.

Gesù dice che l'amore di Dio e del prossimo sono in una relazione inseparabile tra loro. Fra i due comandamenti vi è reciprocità come in uno specchio: l'amore per il prossimo è specchio dell'amore per Dio. Mettetevi davanti ad uno specchio e, anche se vedete riflessa la vostra immagine, nella vostra mente provate a vedere l'immagine del Signore che si prende cura di chi soffre, che accarezza i bambini, che aiuta i bisognosi, che ama tutti... È così che dovremmo vederci davanti a quello specchio: altri Gesù che amano Dio nella persona dei nostri compagni, amici, nonni, genitori, catechisti... anche nei nostri nemici, perché agli occhi di Dio anche loro sono creature a sua immagine e somiglianza, suoi figli, nostri fratelli.

L'amore per il prossimo è molto impegnativo perché ci chiede di non mettere al centro noi stessi, il nostro IO, i nostri interessi, i nostri capricci, i nostri “voglio”, i nostri “ho ragione io”... Noi siamo stati creati per amare ed essere amati!

Pensate al rapporto che avete con i vostri genitori: quale grande guaio sarebbe se voi non li amaste o se loro non vi amassero? Non esisterebbe più la famiglia e tutto andrebbe a catafascio! Che triste sarebbe tornare a casa da scuola e trovare la mamma che nemmeno ti dà un bacio, che nemmeno ti ha preparato il pranzo, che pensa ai fatti suoi senza guardarti in faccia... cioè che non ti ama!

E che triste sarebbe per la mamma, quando tornate da una partita o da qualche altra attività, se voi non ricambiaste ai suoi gesti di affetto, se le rispondeste male quando vi parla o vi chiede un piacere.... È l'amore il “motore” di tutto! E così è anche con Dio.

Dio ci ha creati per renderci partecipi della sua vita, per essere amati da Lui, per amarlo e per amare, assieme a Lui, tutte le altre persone.

Questo è il “sogno” di Dio per l'uomo. Gesù si offre a noi nell'Eucaristia proprio perché la Comunione che riceviamo ci aiuta ad essere come Lui.

Per realizzare questo “sogno” di Dio importante è pregare, leggere la sua Parola che troviamo nel Vangelo e, soprattutto, metterla in pratica!

E la mettiamo in pratica con l'amore verso tutti, amore che è fatto di vicinanza, di ascolto, di condivisione, di cura, di affetto, di rinuncia a qualcosa di noi per l'altro. Quante volte noi tralasciamo di ascoltare qualche nostro compagno perché è noioso o perché ci toglie del tempo, quante volte tralasciamo di stargli vicino nei momenti tristi, nei suoi dispiaceri perché preferiamo uscire, o guardare la TV o giocare con i video giochi? Finché ci sarà un qualcuno a cui chiudiamo il nostro cuore, saremo lontani dall'essere discepoli come Gesù ci chiede!

Ma la misericordia di Dio non ci permette di scoraggiarci, anzi ci chiama a ricominciare ogni giorno per vivere con coerenza e perseveranza il Vangelo.
Commento di Maria Teresa Visonà

 

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