TESTO Commento su Luca 12,35-38
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
Martedì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/10/2023)
Vangelo: Lc 12,35-38

«35Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!»
Solo la grazia può rendere pronti alla sempre nuova venuta di Dio con tutti i suoi doni. Prontezza a lasciarsi portare, a operare, comunque e ovunque il Signore voglia, le vesti strette ai fianchi; e a lasciarsi rinnovare negli stessi discernimenti, attingendo alla Parola e ad ogni aiuto di Dio in essa. Una prontezza che si può fare sempre più intensa e perseverante nella crescita, anche nei momenti difficili, attenta al primo sorgere della nuova grazia. Qui Gesù fa comprendere che anche quando la grazia è stata ricevuta l'attenzione a riceverla può inutilmente venire meno, superbia, interessi e affanni della terra possono distogliere da essa. Per esempio, Maestro dicendo questo offendi anche noi, rispondono a Gesù i dottori della legge: si sentono offesi dai suoi avvertimenti invece di cercare di cogliere quello che dice una persona amorevole come lui, che se sottolinea con forza certi pericoli avrà pure motivo. È invece, in proposito, davvero interessante vedere appunto che Gesù così vicino, comprensivo, amorevole talora usa parole forti proprio per aiutare a tenere svegli. Evidentemente l'amore solo dolce e delicato, via fondamentale di Gesù, può in certi casi non aiutare a restare svegli, favorendo un restare in superficie, nei formalismi, nella distrazione, nel lasciarsi prendere dai propri pensieri vari invece di porre ogni vigilanza sulla crescita autentica.