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TESTO Commento su Luca 10,1-9

don Giampaolo Centofanti  

S. Luca evangelista (18/10/2023)

Vangelo: Lc 10,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,1-9

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.

Se il Signore ti ha donato la fede lo ha fatto per il tuo cammino verso la pienezza della vita. Bellissimo è che la tua vita autentica è anche un dono per gli altri. Quando si cerca di vivere nella luce ricevuta in dono dovunque Dio ti mette lì sarai in vario modo, anche ciascuno con i propri limiti, un dono per gli altri e ciò più di san Francesco perché lì Dio ha mandato te. Gesù mostra la grande crescita personale, la protezione, che si riceve dal non fare da soli. Una persona può sentirsi più libera ad agire da sola ma la fede rivela che Dio non a caso manda talora le persone a due a due per esempio. Infatti ognuno può così trasmettere qualche aspetto del bene ed è la gente a fare la sintesi. E in tutto questo movimento crescono appunto anche gli inviati. La persona matura tanto stando in mezzo agli altri e se si vogliono evitare le fatiche della vita condivisa ci si può a lungo andare chiudere in una torre d'avorio che rende la vita più ripiegata sulle proprie ferite, sui propri schemi, e dunque in definitiva più faticosa e pesante. Certo ognuno ha il suo libero, graduale, cammino ma anche quando viene la grazia adeguata ci si può chiudere nella propria solitaria comodità non rendendosi conto di togliere respiro anche a sé stessi. La fede invece apre ad accogliere l'altro come un dono. Talora qualcuno può avvertire noia ad ascoltare certe persone considerandole banali invece la fede orienta verso il vedere sempre più la grazia che viene attraverso ogni persona, ogni situazione e ad accogliere tutto col cuore spalancato.

 

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