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TESTO Commento Marco 1,40-45

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Giovedì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (12/01/2006)

Vangelo: Mc 1,40-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!»

Come vivere questa Parola?

Un'invocazione accorata, brevissima. Quasi un grido. Però quanta lucida fede in questa preghiera esistenziale! "Se vuoi, puoi". È l'intuizione interiore, profonda del lebbroso che la Persona davanti a cui si trova non è uomo soltanto ma Dio. Perché la volontà e il potere di realizzare qualcosa di grande, addirittura il far nuova la carne in putrefazione del lebbroso, nell'uomo non coincidono. Mi ricordo quando lessi l'autobiografia del famoso drammaturgo Vittorio Alfieri. A proposito del suo voler imparare a ogni costo il greco mentre era avanzato negli anni scrisse: "Volli, sempre volli, fortissimamente volli". In quell'intento pare sia riuscito! Ma per il resto? L'uomo non è onnipotente. Anche se, oggi, l'ebbrezza di un prodigioso progresso tecnologico può dare, a volte, quest'illusione. Anzi, il tendere fino all'eccesso la propria volontà di potenza conduce alla pazzia o, almeno, alla patologia. Riposi dunque il cuore su questo coincidere dell'onnipotenza di Dio con la sua volontà che, sempre, è volontà di amore. In Gesù essa guarisce, perdona, ricrea "cieli nuovi e terra nuova" là dove la fede diventa pienezza di interiore fiducia.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, sullo sfondo socioculturale in cui vivo respirando spesso l'emarginazione di Cristo o la negazione della sua divinità, ravvivo in cuore il mio credere, sperare e amare ancorati alla Persona del Verbo di Dio fatto uomo e lo adoro con tutto il mio essere. Pregherò:

Sì, Signore, se tu vuoi, puoi guarirmi dalla lebbra dell'egoismo. Io lo credo! E perciò ti prego di volermi rendere "nuovo" in cuore. Rigenera in me la facoltà di credere, sperare, amare: essere uomo nuovo per una nuova umanità.

La voce dei primi secoli della Chiesa

Colui che è veramente onnipotente, creatore dell'universo e Dio invisibile, egli stesso fece scendere dal cielo, tra gli uomini, la sua Verità, la sua Parola santa e incomprensibile, e la stabilì nei loro cuori. [...] Lo inviò con mitezza e con bontà come un re manda suo figlio, lo inviò come Dio e come uomo fra gli uomini; e fece questo per salvare, per persuadere, non per violentare. Lo inviò per chiamare, non per castigare, lo inviò per amare, non per giudicare.
Discorso a Diogneto

 

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