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TESTO Commento su Luca 11,29-32

don Giampaolo Centofanti  

Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (16/10/2023)

Vangelo: Lc 11,29-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,29-32

In quel tempo, 29mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. 30Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. 31Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 32Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

Il segno di Giona non è una punizione divina ma quello che vede chi pur avendo la grazia, chiuso nei propri interessi, non riconosce la venuta di Dio nella sua vita e magari per riconoscerlo pretende i segni che vuole come se Dio fosse lui, invece di accogliere la luce che pure lo illumina a riconoscere Gesù. Il segno di Giona è quello di un Dio che, come fece il profeta Giona, non è voluto venire restando nella bocca del pesce, nel ventre della terra. La regina del sud venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone ed ecco il Messia venuto è più grande di Salomone. La chiusura nei propri interessi miopi può non fare riconoscere, accogliere, grazie grandissime. Questo interroga pure chi desidera riconoscere e accogliere Gesù nella propria vita. Infatti egli viene con mille doni nello Spirito, nelle fonti della grazia (Parola, sacramenti, comunità di crescita, padre spirituale, preghiera, ricerca vissuta della volontà di Dio), e anche attraverso le persone e le situazioni. La continua e perseverante crescita nella sequela di Gesù fa sempre più riconoscere i suoi doni, accende una sete di riconoscerli, di accoglierli e apre sempre più a tutte queste sorprese, portando.la persona sempre oltre sé stessa, in una vita sempre nuova e più bella.

 

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