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TESTO I vignaioli assassini

padre Antonio Rungi

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (08/10/2023)

Vangelo: Mt 21,33-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 41Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d’angolo;

questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi?

43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

Il vangelo di questa XXVII domenica del tempo ordinario ci racconta di un evento drammatico, che anticipa nei contenuti e nelle modalità la passione di Gesù Cristo. Anche questa volta Gesù rivolgendosi ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo racconta loro questa parabola, dopo averne raccontate altre in precedenza e tutte attinenti il Regno di Dio.
“C'era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. Cosa di normale amministrazione ai tempi di Gesù, in quanto in Palestina si coltiva la vite e la vigna era bene a cui ci tenevano i proprietari e alla quale destinavano persone adatte alla sua cura. Si chiamavano e si chiamano vignaioli. Questo uomo per mettere al sicuro il patrimonio e la proprietà circondò la vigna con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La dotò delle cose indispensabili. A questo punto la diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Affidò la sua proprietà a persone presumibilmente fidate e attente alla cura della vigna. In autunno dell'anno successivo, arrivò il tempo di raccogliere i frutti. L'uva matura andava raccolta per fare il vino. E allora per non perdere il raccolto mandò i suoi servi dai contadini a ritirare quanto era stato prodotto e raccolto.
A questo punto inizia il racconto drammatico che ha stretto riferimento a quanto è successo a Gesù e di cui questa parabola ne è anticipazione e anteprima. Davanti agli inviati del padrone della vigna i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Fecero una strage in poche parole. Si tratta di veri e propri assassini, senza cuore e senza Dio.
Un secondo tentativo il padrone della vigna lo fece mandando di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Si conferma in loro il rifiuto e la tendenza all'assassinio. Sono riferimenti a quanto Dio ha fatto per Israele prima di mandare il suo Figlio sulla Terra.
L'ultimo tentativo viene fatto da padrone della vigna mandando come inviato speciale il suo figlio, con tutti i crismi e le insegne riconoscibili della sua identità. Giustamente pensò che almeno verso di lui avrebbero avuto rispetto Ed essi invece cosa fecero? I contadini appena lo videro arrivare da lontano dissero tra loro: Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Terribile ed angosciante descrizione della fine di Gesù sul patibolo della croce.
Tutta la parabola è finalizzata proprio a questo bisogno di mettere al centro del messaggio il mistero della salvezza dell'umanità, portata a compimento da Gesù, Figlio di Dio, sul Golgota.
La conclusione della parabola parte da una domanda e da un quesito posto da Gesù stesso ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo che lo ascoltavano con attenzione, cercando di capire a cosa alludesse Gesù con quel suo modo di dire le cose in parabole: “Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». Risposta scontata, ma lontana dalla loro coscienza di essere proprio loro i soggetti interessati da quel discorso del Maestro.
Per cui Gesù tira le conclusione e dà delle indicazioni interpretative, quasi facesse l'esegesi del testo biblico richiamato da Lui: «Non avete mai letto nelle Scritture: "La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d'angolo?”. E si riferiva alla costruzione del tempio di Gerusalemme, per simboleggiare il tempio di Dio che è Gesù Cristo che nella Pasqua opera la salvezza dell'umanità. E infatti dice testualmente: “Questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi". Il grande mistero della salvezza portata a termine da Gesù a Gerusalemme, proprio nella città santa, nella quale viene rifiutato e condannato, non accettato, umiliato e cacciato via dalla vigna, che lui aveva costruito.
Il monito finale è quello che ben conosciamo e che avviene in tutte le vicende storiche personali e comunitarie quando c'è un rifiuto e c'è un'esclusione del buono e del giusto: “Io vi dico -afferma Gesù- a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Se ci guardiamo intorno oggi effettivamente questo Regno iniziato in alcuni luoghi e tra alcuni popoli della terra, oggi è stato abbandonato, mentre in altri luoghi si sta affermando, perché alla base della diffusione del Regno di Dio e della sua produttività spirituale c'è la fede. Se manca la fede il Regno non progredisce, anzi i messaggeri di tale Regno vengono massacrati ed uccisi come hanno fatto i vignaioli omicidi con Gesù ed oggi con tanti cristiani della chiesa perseguitata.

 

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