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TESTO Commento su Matteo 11,25-30

don Giampaolo Centofanti  

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S. Francesco d'Assisi, patrono d'Italia (04/10/2023)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,25-30

25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Essere umili significa non lasciarsi dominare dall'orgoglio essere piccoli vuol dire semplicemente vedere la realtà, che siamo creature bisognose di Dio, con doni belli già ricevuti ed un infinito cammino da percorrere che solo Dio sa come farci percorrere. Il testo originale, in greco, parla di nepioi, infanti, completamente dipendenti dai genitori. L'umiltà è una scelta, la piccolezza una condizione. Maria non dice che Dio ha guardato all'umiltà della sua serva, dandosi da sola dell'umile ma che Dio ha guardato alla sua piccolina: ha fatto tutto Dio.

 

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