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TESTO Il no diventa sì ed il sì si trasforma in no

padre Antonio Rungi

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (01/10/2023)

Vangelo: Mt 21,28-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 21,28-32

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 28«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. 29Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. 30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. 31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli.

Il vangelo di questa XXVI domenica del tempo ordinario ci offre un'altra bellissima parabola di Gesù, dalla quale il Maestro fa scaturire una profonda riflessione sulle aspettative di entrare nel Regno di Dio per primi, per ultimi o per niente.
Il testo è tratto dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,28-32) nel quale Gesù, diversamente dal solito, si rivolge ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo.
Il discorso è mirato per avere una risposta di conversione e di adesione al suo regno proprio in quegli ambienti e tra quelle persone molto lontane dall'aprirsi con il cuore a Gesù.
Il racconto inizia con una domanda, con un quesito (Che ve ne pare?) al quale rispondere. Cosa che di fatto avviene, dopo che Gesù ha raccontato la parabola.
“Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: "Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna". Ed egli rispose: "Non ne ho voglia". Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: "Sì, signore". Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
Sembra essere scontata la risposta non è affatto così, perché i furbi ci sono sempre stati, come pure i falsi, che promettono mare e monti e poi non fanno nulla.
E' di grande esempio questo primo figlio che dice no inizialmente al padre, che non voleva assolutamente andare a lavorare nella vigna, ma poi preso da un senso di colpa e rimorso ci ripensa e senza dire nulla al padre va a lavorare.
Il secondo che aveva detto di sì, invece, non vi andò a lavorare falsificando così il rapporto con il padre.
Cambiare opinione per fare il bene è sempre giusto ed opportuno, ma non è la stessa cosa per chi promette e poi non mantiene gli impegni come ci ricorda il vangelo con il comportamento del secondo figlio del padrone della vigna.
Chiarita la verità da quale parte sta, Gesù sviluppa le sue considerazioni in ordine al possesso del Regno di Dio, che non riguarda sola la vita futura, ma anche quella presente ed attuale.
Da qui rivolgendosi proprio ai suoi interlocutori disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”. Una condanna esplicita della loro presunta rettitudine morale e sicurezza di essere nel cammino giusto che porta alla salvezza. Invece non è affatto così. Tanto è vero che Gesù portando l'esempio di Giovanni Battista, ricorda il fatto che il precursore venne a loro sulla via della giustizia, e non gli credettero, proprio loro che avevano in mano la conoscenza della parola.
Da qui l'affondo finale di Gesù con il dire che i pubblicani e le prostitute (entrambi pubblici peccatori) invece hanno creduto a Giovanni e si sono pentiti. L'atteggiamento di queste persone convertite viene esaltato da Gesù, mentre quello dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo viene condannato senza misura e lo spiega come sempre con chiarezza e semplicità, affermando che loro pur avendo visto cose straordinarie in Giovanni, non si sono convertiti perché senza fede e senza Dio.
Quante esperienze del genere facciamo ai nostri giorni; i presuntuosi e gli arroganti non si inchinano minimamente di fronte al mistero della croce di Cristo e vanno diritto per la strada del loro cammino lontano da Dio e dai fratelli, ovvero verso la strada della perdizione. Si tratta quello del Vangelo di oggi un forte appello, che ci proviene dalla parola di Dio e che ci invita a rinnovare la nostra vita, il nostro cuore senza fare interventi medici esteriori o di cardiologia, ma semplicemente operando a livello celebrale per produrre un sano rinnovamento e ringiovanimento nonostante a volte le età avanzata e la salute precaria. Tutte le stagioni della vita sono buone per rinnovarsi e convertirsi che attesta il comportamento di questo giovane ragazzo che ci ripensa al no detto a suo padre e va a lavorare nella vigna. Quel no che si trasforma in sì è un grande insegnamento per tutti noi a rinnovarci e ai tanti no detti al Signore, che sino peccati, trasformarli in tanti sì, gioiosi e sereni, che è grazia proveniente da Colui che può tutto.

 

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