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TESTO Fede concreta

don Michele Cerutti

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (01/10/2023)

Vangelo: Mt 21,28-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 28«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. 29Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. 30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. 31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli.

Sembra un poco smontarsi con questo Vangelo l'idea diffusa del perfezionismo del cristiano. Quasi come dire essere discepoli di Gesù è solo dei perfetti.
Una idea che andava diffondendosi nelle prime comunità per cui queste dovevano essere abitate da coloro che erano senza macchia.
Il cristianesimo non è una filosofia, non è una religione, ma un incontro, una rivelazione e da tutto questo nasce un cammino dove le cadute ci possono essere, ma occorre sapersi rialzare e ci vengono offerti gli strumenti per farlo.
Entriamo ad analizzare questa Parola di Dio.
In queste domeniche siamo accompagnati dall'immagine della vigna, non di certo nuova nella Bibbia, che rimanda al popolo di Dio e al lavoro incessante che questa richiede.
Il frutto della vigna è la vite da cui si ottiene il vino e rallegra il cuore degli uomini.
Tutti dobbiamo sentirci parte e nessuno si deve sentire escluso nel mantenerla viva.
Domenica scorsa abbiamo visto come il Signore stesso cerca operai e non si stanca nel ricercare ad ogni ora del giorno uomini e donne che si mettano a disposizione.
Questa domenica ci mettiamo in ascolto di atteggiamenti che possono scaturire da questo invito e ci soffermiamo sui due estremi.
Il primo è di chi si esprime con un diniego, ma poi si mette a disposizione e il secondo è quello di chi si esprime con entusiasmo ma poi non concretizza.
Sembrano risuonare le parole di Gesù in altre parti del Vangelo quando afferma: “Non basta dire Signore, Signore”.
Il cristiano è chiamato a vivere in profondità il suo impegno.
Una fede quindi che passa dalle Parole alla concretezza.
Gesù stesso ci sorprende quando afferma che pubblicane e prostitute ci passeranno davanti nel regno dei Cieli.
Ogni tanto non vi nascondo penso alle realtà ultime e a quella del Paradiso dove potremo rimanere scioccati nel vedere uomini e donne che la Storia ha condannato aprirci le porte.
Certo perché questa realtà è di tutti, nessuno escluso, chiede solo di accogliere e fare proprio il messaggio di misericordia che scaturisce da Dio.
Un ladrone pentito, è il primo Santo della storia.
Un samaritano, appartenente a un gruppo inviso dagli Ebrei, mostra un cuore grande nei confronti di un malcapitato e sempre un samaritano con gratitudine si pone ai piedi di Gesù che lo ha guarito sorprendendo lo stesso Signore che ne aveva guariti altri nove e non sono tornati indietro a ringraziare.
Disponibilità quindi a lavorare all'interno di questa vigna con lo stile tipico di Gesù e che Paolo ci indica in questa lettera che è quella dell'umiltà che si concretizza in Cristo nello svuotarsi, nell'incarnarsi e nel salire sulla Croce.
Quando Gesù indica nelle prostitute e nei pubblicani coloro che ci aprono le porte del cielo è perché sa benissimo che chi vive nel peccato e comprende l'errore che commette e chiede perdono, tutto ciò costituisce una via di salvezza.
Abbiamo bisogno di invocare il dono dell'umiltà che essendo stato di Dio stesso ci viene donato da Lui.
Solo chi sa di essere stato perdonato ci offre lezioni vere di cosa voglia dire lavorare nella vigna del Signore.
Ognuno è responsabile delle proprie scelte, sembra dirci Ezechiele.
Ognuno chiamato ad essere capace di dare slancio alla propria vita.
Dio offre in Cristo la via sicura e quest'ultimo nella Chiesa ci offre le vie sicure che ci conducono a Lui con i sacramenti e in particolare il perdono, con l'abbondanza della Parola chiamata a penetrare nel nostro cuore per mettere a nudo i nostri limiti e nello stesso tempo però per farci rialzare.
Nella preghiera umile del Rosario riscopriamo con Maria la dolcezza di essere figli nel Figlio Gesù.
Allora quando saremo chiamati a mettere incisività nel nostro essere cristiani diverremo pronti a rispondere con entusiasmo e senza tentennamenti per andare incontro ai fratelli.
Quello è il luogo in cui si misura la nostra fede veramente.

 

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