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TESTO I miei pensieri non sono i vostri pensieri

don Michele Cerutti

XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (24/09/2023)

Vangelo: Mt 20,1-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 1Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. 5Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. 7Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.

8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Leggendo il brano evangelico sono rimasto colpito dal suo incipit. Gesù che ci dice come un padrone di casa esce all'alba nel cercare persone disposte a lavorare nella vigna.
Il pensiero mi corre a Gesù stesso che nella mattina di Pasqua proprio all'alba abbandona il sepolcro e non si stanca di cercare quegli stessi che lo avevano tradito e lasciato solo sul Golgota.
Dio ha ancora bisogno di loro per annunciare la Risurrezione, ma ha bisogno di altri annunciatori e il cerchio si amplia.
In ogni momento il Cristo necessita di collaboratori sembra dirci la parabola. Non c'è momento della giornata in cui non si possa annunciare il Vangelo e non c'è nessuno escluso da questa responsabilità.
Il padrone in quelle ore di luce soffusa avrà visto il suo campo e si sarà accorto della necessità di procedere a lavorare quel terreno per dare frutti abbondanti.
Gesù uscendo dal sepolcro avrà visto l'umanità che ha bisogno di essere aiutata e sostenuta a vincere le tenebre del male e a far trionfare la Risurrezione.
Atti degli Apostoli ci parlano di tutti coloro che in ogni momento si sono messi a servizio nel grande campo che è la Chiesa che andava costituendosi.
Tra questi troviamo gente che noi uomini non avremmo scommesso su di loro.
Cornelio, il pagano che incontra Pietro e si converte portando il Principe degli Apostoli ad affermare: Mi accorgo che il Signore non fa differenze.
Paolo, il fariseo intransigente che perseguita i cristiani e folgorato sulla via di Damasco abbraccia la fede in Gesù e potrà affermare: “Tutto posso in colui che mi dà la forza”.
Un eunuco etiope affascinato da quello che ha vissuto a Gerusalemme affiancato dal diacono Filippo viene battezzato e diventa discepolo.
Esempi ne possiamo trarre tanti.
Tutti accumunati dalla gioia di essere stati toccati da un Dio che non li ha esclusi, ma ha cercato in tutti i modi di attrarre a Lui.
Se la scena iniziale è stata un'alba, la scena finale è un tramonto.
Se all'inizio abbiamo un padrone fervoroso nel cercare operai per la sua vigna e che mantiene vivo nel corso della giornata questo suo impegno, alla fine abbiamo la tristezza di coloro che si vedono retribuiti nello stesso modo di coloro che hanno lavorato poche ore.
Questo è l'atteggiamento tipico di chi vive il suo impegno guardandosi come in uno specchio, come in un selfie e dimentica invece la passione che lo ha spinto a darsi completamente in quella vigna in cui è stato chiamato a mettersi a disposizione.
In ogni momento il padrone non ha mai perso la gioia dell'alba e questa è stato il motivo che è riuscito a trovare sempre nuovi lavoratori.
Gli operai hanno perso le ragioni della spinta originaria e ripiegati su di loro mormorano adducendo come ragioni l'ingiustizia.
Le mie vie non sono le vostre vie e i miei pensieri non sono i vostri pensieri dice il profeta Isaia.
In ordine alla salvezza sappiamo sicuramente che tutti fino all'ultimo possono trovare le vie della misericordia.
Logiche di giustizia umana non entrano nel progetto di Dio perché lo limiterebbero.
Quanti esempi possiamo prendere nel prosieguo della Storia e rimarremmo tutti quanti a bocca aperta a guardare le meraviglie che Dio compie.
Sant'Agostino, San Camillo de Lellis, Sant'Ignazio di Loyola, Jacques Fesch, Madeleine Delbrel, sono alcuni testimoni di come Dio sappia ripagare bene coloro che capiscono gli errori e anche in età adulte si convertono a Lui.
A noi il compito di tornare all'alba di quella mattina di Pasqua e farci cogliere da quella atmosfera che Gesù deve avere respirato.
Quell'alba è l'origine di tutta la nostra storia di salvezza e se noi la meditiamo nel cuore non saremo spinti dalla vita centrata su di sé, ma aperti e gioire l'uno per l'altro.

 

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