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TESTO Commento su Luca 7,1-10

don Giampaolo Centofanti  

Lunedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (18/09/2023)

Vangelo: Lc 7,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,1-10

1Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao. 2Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. 3Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, 5perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». 6Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; 7per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. 8Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». 9All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». 10E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

La preghiera del centurione è vissuta sinceramente e in comunione con altri, che pure intercedono per lui (e vi è del buono nonostante i limiti di un favore chiesto per chi lo merita, mentre Dio non esclude nemmeno chi non si comporta bene, ama senza condizioni). Sono aspetti decisivi della preghiera. Non è la distrazione involontaria che inficia la preghiera ma essa è resa viva dalla sincerità di chi invoca lo Spirito cercando poi di accoglierlo, con semplicità e buonsenso, gradualità, nella fede, nella vita concreta. Qui vediamo proprio questo: la crescita del centurione a seguito della preghiera personale e comunionale. Infatti prima fa' chiedere a Gesù di andare a casa sua a guarire il servo poi fa dire a Gesù che non vi è bisogno che vada a casa perché lui può operare anche a distanza. Esce dalla fede del toccare materiale ed entra più profondamente nella fede nella potenza dello Spirito. Il cammino comunque è infinito: vediamo che il centurione la mette sul piano della dignità mentre Gesù non considera alcuni degni e altri indegni di stare con lui ma guarda tutti con amore infinito.

 

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