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TESTO Commento su Matteo 18,15-20

Omelie.org - autori vari  

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (10/09/2023)

Vangelo: Mt 18,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di Francesco Botta

Abbiamo ripreso i nostri ritmi ordinari e l'anno si sta pian piano avviando. Oggi celebriamo la ventitreesima domenica del tempo ordinario e la Parola di Dio ci viene incontro per alimentare la nostra vita, che continuamente ha bisogno di essere illuminata da Dio per poter affrontare il cammino che ogni giorno ci si apre. In questa domenica la liturgia mette al centro la comunità e il rapporto tra i fratelli e le sorelle. Il capitolo 18 del vangelo di Matteo è infatti ricordato come il discorso ecclesiale. Vogliamo quindi ripartire da qui, pensando in modo particolare alla nostra comunità ecclesiale, con tutti i suoi limiti e con tutti i suoi punti di forza. Ci facciamo accompagnare dalla Parola di Dio, scegliendo tre parole dalle letture che abbiamo ascoltato.

Ascolto. Il profeta Ezechiele, nella prima lettura, riporta quanto il Signore gli ha consegnato. Prima di tutto il Signore rivolge una parola al suo profeta, desidera comunicare con lui, entrare in relazione. Da parte nostra l'ascolto è la dimensione che ci consente di entrare in relazione con Dio. ‹‹Ascolta Israele›› recita Dt 6, 4. Senza ascolto non è possibile accogliere Dio nella nostra vita. Il Signore ricorda ad Ezechiele di averlo posto come sentinella per la casa di Israele. Ciascuno di noi è in fondo chiamato ad essere sentinella. Sguardo e ascolto attenti a riconoscere la presenza di Dio. A volte rischiamo di disabituarci all'ascolto. Corriamo il pericolo di diventare incapaci anche di ascoltare noi stessi, perché troppo presi dalla frenesia delle giornate, o perché distratti da tutto ciò che è esterno a noi. Il cristiano ha questa vocazione di fondo ad essere sentinella. Quanto sarebbe importante cominciare la giornata da sentinelle, mettendoci anzitutto in ascolto della Parola di Dio, magari meditando il vangelo del giorno. Questo sicuramente richiede desiderio e dedizione, ma sicuramente è la via che ci consente di mettere Dio al primo posto ed essere quindi liberi di amare gli altri con il suo stesso stile. Questo sicuramente ci rende capaci anche di ascoltare gli altri, soprattutto chi è accanto e noi. Ascoltare l'altro ci permette anche di scoprire la sua unicità, vincendo ogni nostro pregiudizio. L'ascolto dunque è il primo passo per poter fare della relazione con Dio il centro della nostra vita.

Parola. ‹‹Fra te e lui solo›› (Mt 18, 15). C'è un aspetto fondamentale da tener presente nelle nostre relazioni ed è il rapporto a tu per tu. Siamo custodi delle nostre relazioni, chiamati a prenderci cura dei nostri rapporti. In tutto questo non possiamo fare a meno della parola. Per noi cristiani la parola ha un significato molto importante. Non possiamo abusare della parola. La parola può diventare un modo per amare. Dio ama il suo popolo parlando e comunicando con lui. È il motivo per cui ogni celebrazione richiede l'ascolto della Parola di Dio. Anche tra noi dovremmo riscoprire la verità della parola. ‹‹Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole›› (Rm 13,8). Non possiamo fare a meno di amare, ce lo portiamo dentro. Tante volte non siamo capaci di farlo perché non siamo capaci di comunicare. Parlare guardandoci negli occhi: quanto è bello, ma a volte quanto è difficile! Dovremmo avere il coraggio di tornare ad essere più autentici. Non possiamo relegare le nostre belle parole a un messaggio whatsapp. Torniamo a parlare, torniamo a scrivere lettere, torniamo ad amare la parola per amare davvero.

Preghiera. ‹‹Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro›› (Mt 18, 20). Quanto è importante questa terza e ultima parola! La preghiera concorde, come recita anche l'orazione colletta propria di questa domenica, dà gioia a Dio e dà gioia a chi la fa. Pregare insieme significa mettere in armonia i cuori, significa entrare in una relazione così profonda che è la più vera. Pregare vicendevolmente ci consente di sperimentare Dio nelle nostre relazioni. Pregare per una persona è un modo di volergli bene, è il dono più grande che si può fare. Se riuscissimo a dedicare uno spazio quotidiano alla preghiera, questo ci consentirebbe di avere tempo di curare la relazione con Dio e presentare a lui tutte le persone che portiamo nel cuore e, molto difficile, anche coloro con i quali siamo più in difficoltà.

Cerchiamo di ripartire da qui, da queste tre parole che prendiamo dalla liturgia di questa domenica: ascolto, parola e preghiera. Chiediamo al Signore di visitarci quotidianamente per aiutarci a vivere in pienezza ogni istante di questa nostra vita.

 

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