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TESTO Commento su Luca 6,1-5

don Giampaolo Centofanti  

Sabato della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (09/09/2023)

Vangelo: Lc 6,1-5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,1-5

1Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. 2Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». 3Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? 4Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». 5E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Gesù non trasmette regole astratte ma l'amore di Dio. Lui orienta dunque al senso della Parola di Dio, un senso da discernere di volta in volta perché l'amore non è una meccanica ideologia. Le risposte meccaniche ci chiudono in noi stessi come automi invece Gesù orienta ad ascoltare in ogni situazione specifica lo Spirito che ama e comprende le persone nelle situazioni reali e accompagna ciascuno verso la verità tutta intera ma secondo i tempi e i modi specifici di ogni data persona. Inoltre la misericordia del Signore è senza condizioni e questa è l'unica possibilità per mettersi sulla via dell'amore perché un amore non scelto liberamente ma sotto minaccia non è amore vero. L'unica motivazione valida per seguire Gesù è che ci dà vita. Seguirlo per essere perfetti, per non subire sanzioni e condanne, sono motivazioni fasulle che non ci aiutano a trovare noi stessi e che dunque ci fanno travisare il vero senso della Parola e non ci aiutano a seguirla secondo il nostro graduale, autentico, cammino. Talora, specie in certi passaggi difficili, alcune persone si trovano in un più profondo bisogno di appoggiarsi a Dio ma sentendosi sovraccaricare di regole astratte finiscono per cercare vie di fuga istintive, emozionali... Due estremi che non aiutano a trovare il bandolo della matassa della propria vita. Una terza opzione, l'apprendere un nuovo funzionamento psicologico, anch'essa aiuta poco perché noi siamo esseri umani, bisognosi ognuno, anche un ateo, sul proprio libero cammino, di una propria personalissima maturazione spirituale e umana e non di un mero funzionare. Solo l'amore divino e umano di Dio in Gesù, a misura della specifica persona, è quello che libera, risana, apre strade nuove, dona ogni bene. Dio è anche l'unico grande psicologo e solo in lui si scopre sempre meglio anche la psicologia, sempre nel mistero di una sapienza infinita che va oltre i nostri discernimenti.

 

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