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TESTO Commento su Matteo 23,13-22

don Giampaolo Centofanti  

Lunedì della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (28/08/2023)

Vangelo: Mt 23,13-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 23,13-22

13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. 14[..]

15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.

16Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. 17Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? 18E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. 19Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? 20Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; 21e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. 22E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.

Anche San Paolo parla di una falsa austerità religiosa che serve solo a soddisfare la carne, cioè interessi terreni. Strade che sembrano tanto serie ma in realtà non aiutano a trovare la via semplice e serena della vita nella grazia. Qui Gesù sottolinea anche che una delle conseguenze di tale falsa religiosità è il proselitismo, ossia il cercare adepti pensando di aumentare il proprio potere. Inganni colossali perché dove non chiama Dio le persone non trovano sé stesse e non aiutano in ciò nemmeno gli altri. Sono situazioni che non si vivono bene e sono molto precarie. Su queste scie la parola data rischia di essere essa stessa formale e ispirata da miopi vedute, dunque soggetta a volatilità. In altri brani Gesù aggiunge che in tanti casi è meglio non giurare, non fare voti. Poi Dio comprende un voto fatto per esempio nel momento della prova senza tante consapevolezze. Dunque Dio comprende e scioglie da quell'impegno ma anche insegna a dare un peso alla propria parola data. Dunque una prossima volta talora è meglio casomai dire a Dio col tuo aiuto ci proverò, insomma fare casomai promesse mantenibili. Ma in realtà per fare una promessa necessita un cammino spirituale nel quale il discernimento, confermato da guide affidabili, orienti a fare ritenere che Dio stesso stia suggerendo quell'impegno o almeno lo accetti, perché senza di lui non possiamo fare nulla. Gesù conclude insegnando un linguaggio semplice e sereno, pieno di buonsenso nella fede, che impara a non lasciarsi confondere da agitazioni, timori, schemi, andando all'essenziale: sì sì, no no, il di più viene dal maligno. Troppi arzigogoli sono un segnale a noi stessi di complicazioni inutili. Gli altri non possiamo facilmente incasellarli.

 

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