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TESTO Gesù per gli altri e Gesù per me

don Michele Cerutti

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/08/2023)

Vangelo: Mt 16,13-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Il cristiano, il discepolo di Gesù, lo sappiamo è come ci dice il Maestro stesso colui che è chiamato a essere sale della terra ovvero colui che non si separa dal resto ma cerca di dare sapore all'esistenza.
Per farlo deve sapere bene l'ambiente in cui è chiamato a dare gusto.
Per questo Gesù in una realtà pagana, come è Cesarea di Filippi, esorta i discepoli ad avere le antenne alzate per comprendere bene quello che gli abitanti di quella città riescono a percepire della sua figura.
La gente chi dice che io sia? Una domanda che ci consegna anche a noi oggi. Riuscire a comprendere bene cosa il contesto culturale attuale indica nella figura di Gesù.
Nel corso dei secoli del Cristo si sono versati fiumi di inchiostro non solo dal punto di vista teologico, ma anche nell'ambito filosofico e letterario.
Se vi accorgete non vi è una ostilità nella figura di Gesù, ma una difficoltà sicuramente a comprenderne il vero identikit.
Per molti è un grande personaggio che ha fatto del bene e ha offerto uno stile di vita, che nel suo tempo era rivoluzionario.
Gesù è paragonato a un grande filosofo sicuramente, ma anche a Buddha, Gandhi.
Come gli abitanti di Cesarea che lo paragonano a un profeta.
La Chiesa nel corso dei secoli ha dovuto definire bene la sua figura arrivando nei primi Concili a contrastare coloro che affermavano che Gesù era solo un vero uomo e non Dio (arianesimo) oppure solo Dio e non uomo (gli gnostici).
La formula giusta ci viene offerta dal Credo nicenocostantinopolitano.
Credo in un solo Signore Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato della stessa sostanza del Padre.
Si può comprendere bene chi è Gesù per la gente solo e unicamente se si ha chiaro la risposta alla seconda domanda che il Maestro pone: Ma voi (riferito ai discepoli) chi dite che io sia?
Pietro risponde a nome di tutti: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
A questa domanda si può rispondere non dopo aver passato un esame di Cristologia o di Teologia dogmatica in generale, ma solo se si fa esperienza di Lui. Solo nell'incontro personale con Cristo si può comprendere chi è veramente.
Pietro risponde non sapendo ancora cosa sarebbe successo nel prosieguo della Storia, ma Gesù lo anticipa.
Noi non siamo meno del Principe degli Apostoli perché non lo abbiamo visto nella sua dimensione storica, ma lo conosciamo perché lo abbiamo incontrato da Risorto nella nostra vita in mezzo alle burrasche e alle difficoltà ha saputo offrirci una strada.
Siamo beati ci dice Gesù stesso quando pur non avendolo visto fisicamente abbiamo creduto.
La risposta di Pietro diventa occasione per Gesù per consegnare il primato dell'apostolato a Cefa.
Si conosce bene Gesù solo e unicamente nella Chiesa perché fuori da questa è difficile identificare bene la figura del Cristo.
Credo in Gesù, ma non nella Chiesa è una formula che si sente spesso.
Un'altra espressione, secondo cui si ha difficoltà ad affidarsi alla Chiesa per i troppi scandali, trova in questo brano una risposta.
Nella Chiesa comprendiamo Gesù perché il rischio è quello di farci un'idea a nostra misura.
Gesù lo dice chiaramente affermando che le porte degli inferi non prevarranno.
Ci sono scandali certo nella Chiesa, ma abbiamo la certezza che il demonio non prevale perché abbiamo la certezza della preghiera di Gesù per Pietro perché non vacilli nella fede e sostenga i fratelli.
Pietro non è che non abbia commesso errori assolutamente anche lui ne fa e di grossi, ma il suo primato non è venuto meno perché ha avuto la capacità di immergersi nella misericordia di Dio riconoscendosi bisognoso di quell'abbraccio che solo Gesù può dare.
Nella Chiesa chiamati a camminare per comprendere bene la figura di Cristo e Pietro, pur avendo risposto bene è chiamato anche lui a proseguire il percorso per accompagnarlo con i suoi slanci e le sue cadute nella Passione e poi nella Risurrezione.
Poniamoci con serietà allora la domanda ma chi è per me Gesù e potremo aiutare i fratelli a rispondere in profondità ai loro interrogativi.

 

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