PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Matteo 17,1-9

Agenzia SIR  

Trasfigurazione del Signore (Anno A) (06/08/2023)

Vangelo: Mt 17,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 17,1-9

1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

L'evento della Trasfigurazione viene introdotto da un versetto, Mt 16,28, che lo lega al Regno di Dio ormai manifesto:

In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno.

Dobbiamo a Origene l'identificazione del monte con il Tabor che svetta dalla pianura di Izreel. Nel Vangelo il nome del monte non è indicato, non bisogna osservare una mappa, puntare il dito dicendo: qui la Luce!.

La mancata identificazione geografica è voluta perché lo sguardo si sposti, si concentri sull'esperienza spirituale che si manifesta come esperienza pasquale.

La presenza dell'Altissimo nella storia dell'umanità, dove ha fatto irruzione con la sua Parola ora diventa luce di gloria che si irradia su Gesù al centro fra Mosè ed Elia.

Ognuno con la missione che il Padre ha loro, in modo specifico, unico ed originale, donato ed assegnato in quel grande e misterioso disegno di salvezza che coinvolge ogni essere umano, lo sappia o non lo sappia e, perfino, lo voglia o non lo voglia.

Non perché sia un'imposizione da cui è impossibile sfuggire o sottrarsi ma perché supera tutto e tutti Colui che è il Misericorde e trova il modo di indurre a guardarLo e riconoscerLo come Padre. Anche, o forse soprattutto, chi nel cammino terreno non lo ha riconosciuto ed accolto. Cammino però sorretto da tutti i credenti che desiderano solo l'unità di ognuno in Lui.

Gli altri tre, Pietro, Giacomo e Giovanni, stupiti dinanzi alla teofania, al Dio che si fa vicino e si mostra in una luce abbagliante, si spaventano e cadono a terra.

M. Martini commenta: “L'apparizione di due personaggi, come Mosè ed Elia, completamente fuori del contesto storico, è propria soltanto di questo racconto evangelico; quasi ad insegnarci che siamo davvero in un'anticipazione dell'éscaton, della fine, quando tutti i tempi si riuniranno. Mosè ed Elia, cioè la Toràh e i profeti, tutta la tradizione del dono di Dio e dell'accompagnamento che Dio ha fatto del suo popolo... In maniera iconica, nel nostro brano si parla di Gesù come adempimento della legge (Mosè) e dei profeti (Elia): legge e profeti portano alla centralità di Gesù, alla rivelazione del Figlio. Chi ha interiorizzato Mosè e i profeti, vede la luce del Figlio”.

Quando la Luce, la gloria, non abbaglia più e svanisce, Gesù è solo, lo splendore della gloria luminosa lo ha abbandonato, si ritrova in quella condizione umana che ha accettato nel volere del Padre per salvare tutti noi, “senza le vesti candide come la luce”. Abbandono che prelude la salita a Gerusalemme nella piena e decisa coscienza di affrontare la sua passione.

Il dono a noi offerto è proprio quello della Luce, della gloria, in cui possiamo contemplare Mosè ed Elia uniti a Cristo in una sola splendente Luce.

Il silenzio imposto ai discepoli possiede anche una valenza di custodia: non hanno ancora capito, bisogna attendere che, sulla Luce del Tabor, si irradi la Luce del Golgota e la Luce dall'Anastasis, del Risorto, tutto Luce.

Proprio nella Luce della Trasfigurazione si fonda e si radica la nostra speranza che attende il ritorno del Cristo glorificato.

Gesù che si trasfigura rende per noi ancora più credibile la Parola dei profeti, nel passato accolto e nostra radice, nel futuro attesa e nostra esplosione di gioia e di gratitudine.

La Parola quindi è dono di Luce per noi, tutta la Parola che aprirà e segnerà il nostro passo andando incontro a quel giorno che denominiamo il Giorno, in cui la Luce non smetterà mai di risplendere.

Commento a cura di Cristiana Dobner

 

Ricerca avanzata  (54028 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: