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TESTO La scomoda logica del Regno

don Alberto Brignoli  

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (30/07/2023)

Vangelo: Mt 13,44-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Forma breve (Mt 13,44-46):

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Ci sono alcune professioni, soprattutto artigianali, che oggi non si esercitano più. Le giovani generazioni, figlie della cultura dello scarto, della mentalità dell' “usa e getta”, non sanno nemmeno cosa siano... Chi tra i giovani, oggi, sa cosa significa - e soprattutto, chi accetterebbe di fare - l'arrotino? Se un coltello perde la lama, lo si butta e se ne compra un altro. Chi mai si sognerebbe di fare il calzolaio, aggiustando suole e tacchi in uno sgabuzzino che sa di colla? Se la scarpa si rompe, si va all'outlet della calzatura e la si compra di marca a prezzi stracciati!

Eppure, grazie a Dio, c'è ancora qualche testimone di questo tempo che non c'è più. C'è ancora qualche anziano artigiano (o forse sarebbe meglio definirlo “artista”) che, quando vai a fargli visita, tira fuori dagli anfratti più impensabili qualsiasi tipo di arnese; e di ogni oggetto, ti fa pure l'etimologia, te ne narra l'origine e l'utilizzo, emanando dalle sue parole e dai suoi sguardi entusiasti e commossi il profumo di un mondo che non c'è più, ma che comunque affascina; di un mondo che certamente non ha futuro, ma che, forse, sarebbe un bene per tutti che ci fosse ancora. Un mondo che ha, insieme, il profumo delle cose antiche e l'entusiasmo delle cose nuove: come un tesoro, gelosamente custodito in casa dal suo padrone.

Chi vive in riva al mare sa bene che vivere facendo il pescatore non ha proprio nulla di poetico come siamo abituati a pensare, guardando le barche dei pescatori che escono al tramonto verso il largo: il mare - lo dice anche una bellissima canzone italiana - è un mare che fa bestemmiare, più che lodare Dio per la sua bellezza. Tirare all'asciutto le reti e le corde bagnate e impregnate di un sale che brucia le ferite, aiuta a farsi i muscoli molto meglio che andando in palestra. Per cosa, alla fine? Per pochi pesci tirati a riva, la maggior parte dei quali da buttare perché sotto misura o immangiabili? Per vivere di ciò che il mare ti dà, devi essere disposto a tornare a riva spesso senza nulla di buono. Ecco, il Regno di Dio è un po' così: fatica e sudore per raccogliere un po' di tutto, a volte senza grandi soddisfazioni e con tanta amarezza. In quella rete gettata in mare ci entra davvero di tutto un po', e forse è proprio questo il segreto del Regno: un Regno in cui c'è spazio per tutti, senza pregiudizi; un Regno in cui nessuno è escluso; una rete in cui “si raccoglie ogni genere di pesci”, buoni e cattivi, senza distinzioni e senza discriminanti.

La discriminante, alla fine del mondo - come dice il Vangelo - la fa il bene compiuto; il bene, si distingue sempre e comunque, e il male, pure. Ma in quella rete, nella nostra pesca quotidiana, vi entrano entrambi. Nella rete del Regno entra di tutto. Come nelle mille e mille cose di un anziano artigiano abituato a fare tesoro di ogni cosa, senza distinguere tra ciò che è bello e ciò che non lo è, tra ciò che serve e ciò che non serve, tra ciò che è nuovo e ciò che antico: tutto fa tesoro, e di tutto si fa tesoro. Di ogni piccola cosa, di ogni piccola esperienza, di ogni piccolo fallimento, di ogni piccolo successo, di ogni piccola delusione, di ogni piccola gioia. Di tutto, ma veramente di tutto, ci è chiesto, nell'arco della vita, di fare tesoro; tutto quanto vale la pena che entri nella nostra rete.

Perché in qualsiasi istante, la rete si può gonfiare di tanti e grossi pesci buoni; così come, in qualsiasi momento, mentre stai seminando il seme buono, può apparire la zizzania insieme al grano; e allo stesso modo, in qualsiasi momento, mentre stai arando e preparando il terreno per il prezioso tesoro del tuo lavoro, ti puoi imbattere in un altro, grande tesoro. Qualcosa in cui speravi da sempre, perché in fondo tu, alla ricerca di tesori preziosi, ci sei sempre andato. Tu, alla ricerca della perla di grande valore hai dedicato la tua vita, e alla fine trovi quella giusta, quella che mai avresti sperato di trovare, e allora ciò che hai accumulato non conta più: lo vendi, e la compri, a qualsiasi costo. A qualsiasi costo compri quel campo, e ti impossessi del tesoro nascosto, quello che ti cambia la vita.

Perché il Regno dei cieli fa esattamente questo: ti cambia la vita. Lo trovi, e nulla più è come prima; lo scopri, e nulla più rimane identico. Ti riempie la vita di gioia, al punto che anche le certezze che hai non sono più certezze: le vendi, perché ti sembrano non contare più nulla, e compri per te ciò che cambia la tua vita. Ma per fare questo, è necessario rischiare, perché senza rischi, il tesoro del Regno non lo troverai mai.

Non troverai il tesoro nascosto nel campo, e neppure la perla preziosa più di tutte, se non avrai il coraggio di andare a seminare ovunque, anche nelle spine e tra i sassi; se non avrai il coraggio di lasciare che il male conviva con il bene dentro e intorno a te; se non avrai il coraggio di usare un pizzico insignificante di lievito per mangiare un pane degno di quel nome. Se non avrai il coraggio di gettare nel tuo orto un microscopico granello di senapa, non avrai mai nessun albero che ti farà ombra; se non avrai il coraggio di gettare la rete in quel mare magnum della vita dove c'è di tutto e di più, non avrai mai la possibilità di fare una pesca buona; se non aprirai le stanze della tua casa e non mostrerai a tutti la bellezza delle cose nuove e antiche che sai (molto più preziose della ricchezza, come fu per Salomone), il Regno non verrà.

Occorre rischiare: nella logica del Regno, non rientra chi si rinchiude nelle comode certezze del fare sempre le stesse cose, dell' “abbiamo sempre fatto così”.

Con Dio non funziona così: la posta in gioco, il valore della perla, è troppo alto per non rischiare.

 

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