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TESTO Che cosa è più facile dire?

don Michele Cerutti

IX domenica dopo Pentecoste (Anno A) (30/07/2023)

Vangelo: Mc 2,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 2,1-12

1Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.

3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».

6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Qualche domenica precedente a quella che stiamo vivendo ho vissuto un momento veramente profondo uno dei tanti che il Signore mi dona in questo servizio nella realtà ospedaliera.
Vivevo un poco con delusione perché il caldo da un lato e dall'altro la giornata si era presentata difficile.
In cappella è entrato un'ospite di quelli impegnativi, ovvero un tabagista, con alcuni disturbi psichiatrici.
Esprime tutta la sua difficoltà ad avvicinarsi alla Chiesa, ma è appena uscito dalle cure intense e l'ha vista veramente brutta e vuole ringraziare.
Subito mi è venuto in mente la parabola dei 10 lebbrosi solo 1 ritorna con gratitudine a Gesù per essere stato guarito ed era un samaritano. Per dire che quelli più lontani dalla storia ci offrono lezioni importanti.
Questo ospite chiede di poter partecipare all'Eucaristia anche se dice di non conoscere la gestualità e le risposte.
Esprimo a lui l'apprezzamento per questa scelta e non nego assolutamente la possibilità di poter partecipare alla Santa Messa.
Non vi era ancora nessuno in cappella e ci fermiamo a parlare.
Mi parla di questa settimana molto difficile e della difficoltà ad accostarsi al sacramento della penitenza.
Prova profondi brividi a pensare al castigo. Questa diventa per me occasione di poter parlare del perdono, ma prova paura e non si convince che con la confessione Dio dimentica tutto.
Il Signore mi viene in aiuto con una espressione molto bella tratta dal libro della Sapienza al capitolo 12 versetto 19: dopo il peccato tu offri il pentimento.
Chiedo a Dio durante tutta la Santa Messa di aiutarmi nel far accostare al Sacramento della Penitenza questo ospite.
Finita la Messa tutti si ritirano e quel tale rimane.
Lo convinco, meglio si è fatto convincere abbracciato dalla grazia, a confessarsi.
Tanti anni senza mai avvicinarsi al confessionale. Al termine due grandissimi sospiri che sono valsi di più di un corso presso la Penitenziaria Apostolica.
Questo episodio ci aiuta a leggere questa domenica il brano del Vangelo del paralitico.
Un tale che viene portato ai piedi di Gesù per essere guarito e Gesù prima di rimetterlo in piedi cancella a Lui tutti i peccati.
L'ospite che ho incontrato in ospedale è venuto in cappella per ringraziare per lo scampato pericolo, ma se n'è tornato riempito della grazia di Dio.
Cosa pensate: Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”?
Questa espressione che il Vangelo ci offre contiene tutta la sua forza.
In un mondo che afferma l'importanza della salute su tutto ci viene indicato che la vera salvezza sta nel perdono e nella grazia di Dio.
Ogni volta che vado a Lourdes mi impressiona che sono di più i confessionali delle piscine.
Questo ci indica come il mondo abbia un bisogno forte del perdono di Dio e che questo costituisce il miracolo per eccellenza.
“Dopo il peccato tu offri il pentimento”. Non c'è peccato che Dio non cancelli tutti sono perdonati. L'atteggiamento che dobbiamo avere è quello che respiriamo nella prima lettura con Davide tutto contrito nel suo errore aiutato a leggere la sua storia dal profeta Nathan.
Nel confessionale troviamo nei presbiteri quelle figure che, come Nathan, ci aiutano a leggere la nostra storia con gli occhi di Dio.
Non disperiamo mai del suo amore unico peccato sarebbe incancellabile chiediamo, invece, la grazia di pentirci dei nostri errori e cogliamo l'occasione di accostarci alla penitenza, luogo dell'abbraccio e dell'amore di Dio.

 

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