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TESTO Tesoro nascosto, perla preziosa e rete gettata in mare: le altre tre parabole del regno di Gesù

padre Antonio Rungi

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (30/07/2023)

Vangelo: Mt 13,44-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Forma breve (Mt 13,44-46):

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Ultima domenica di luglio e XVII del tempo ordinario continuiamo ad ascoltare le parabole del Regno che Gesù ha detto ed illustrato ai suoi ascoltatori. Delle sette riportate dall'evangelista Matteo queste tre ultime completano il settenario. Si tratta del tesoro nascosto nel campo e trovato per caso, poi conservato gelosamente dal contadino che l'ha trovato, della perla preziosa di cui andava alla ricerca un mercante di gioielli e pietre di valore e che una volta trovato ciò che desiderava avere, vende tutto quello che ha ed acquista questo bene prezioso; ed infine la rete gettata nel mare che prende tutti i pesci, buoni e cattivi, piccoli e grandi e una volta tirata alla riva si secernano e separano.

Con questi altri tre esempi di vita quotidiana, soprattutto al tempo del Signore, cosa ci vuole insegnare Gesù? E' lui stesso a spiegarci il tutto nel brano del Vangelo di oggi. Nelle due parabole precedenti la persona in ricerca trova ciò che cerca e si conserva gelosamente ciò che ha trovato. Chiaro riferimento alla fede e alla salvezza che va custodita gelosamente senza disperderne i benefici. Circa la rete buttata in mare è il preludio per illustrare la fine del mondo. Infatti Gesù prendendo a prestito ciò che avviene quando i pescatori tirano a riva le reti buttate in mare dice che “così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti”. Gesù con questi esempi si preoccupa se è stato chiaro nell'esposizione dei concetti teologici più importanti per la vita del cristiano. E chiede direttamente agli apostoli: “Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Accertata la piena comprensione di quello che Egli ha detto, arriva il monito finale che pone il sigillo a tutte le parabole ed esempi apportati per spiegare la natura del Regno e la futura realtà del cielo: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Cosa vuole dire il Signore con questa espressione? Cose nuove e cose antiche che cosa sono, dal momento si parla di cose, non ben definite ed indicate?

Queste tre parabole, sulle labbra di Gesù, sono un invito pressante a convertirsi e ad accogliere il regno di Dio che viene e si sta manifestando al mondo. Ciò che il Signore ci offre è di valore infinito, non ha prezzo: perciò essere pronti a rinunciare a tutto pur di conquistare la salvezza è una deduzione logica e immediata. Gesù ricorda ai suoi ascoltatori quanto sia urgente decidersi e accogliere il regno; bisogna sfruttare l'occasione che Dio offre e convertirsi, per non ritrovarsi alla fine nel gruppo dei malvagi.

Il modello che riassume gli insegnamenti di questa domenica è quello dello «scriba divenuto discepolo del regno dei cieli», che molti esegeti identificano nello stesso autore del vangelo, Matteo il pubblicano, ben conoscitore dell'Antico Testamento e poi divenuto discepoli di Gesù. Costui è il vero sapiente, l'uomo che ha scoperto il tesoro della legge di Dio come guida della sua vita, e per questo ha risposto con generosità all'appello di conversione proclamato da Gesù. Egli comprende che quanto ha ricevuto dalla sua tradizione religiosa (le «cose antiche») si accorda bene con quanto predica il profeta di Galilea e appare nuovo e sconvolgente.

Senza perdere nulla del loro significato originario, le parabole di Gesù sono state rilette e spiegate da Matteo per la sua comunità credente. Si tratta di una prima attualizzazione ecclesiale della Parola che deve guidare anche la nostra lettura. L'evangelista, in tempo di persecuzione, ricorda ai suoi ascoltatori che bisogna essere pronti a lasciare tutto per seguire il Signore, né deve scandalizzare, dopo la morte e risurrezione di Cristo, la presenza di buoni e cattivi che percorrono le vie del mondo. La sconfitta del male è potentemente iniziata, il risultato finale della lotta è indubbiamente a favore di Dio, ma la lotta non è ancora conclusa. Il male è stato vinto dal Risorto e dall'effusione del suo Spirito, ma questa vittoria non si manifesterà pienamente che alla fine del mondo.

È un messaggio che permane valido in ogni epoca. Ogni periodo della storia dopo Cristo ha conosciuto grandi luci di speranza, segni chiari del regno di Dio che viene, ma anche profondi momenti di buio: testimonianza di un mistero, del male che ancora perdura ed è fonte di sofferenza e di prova per i giusti. Per tutto ciò, il vero discepolo di Gesù, secondo Matteo, è colui che comprende pienamente il messaggio evangelico e non si scandalizza del perdurare del male nella storia umana.

L'intento di Gesù di illustrare con esempi la verità del Regno di Dio è quello di aprire prospettive nuove con quanto afferma e come rilettura sistematica di alcune pagine fondamentali della tradizione biblica ed ebraica alla luce dell'evento della sua venuta. Si può intuire che il Nuovo Testamento rilegge e interpreta l'Antico. Gesù è Colui porta a compimento e rende nuova ogni cosa del passato e dell'antico, come storia di salvezza e redenzione. Ecco io faccio nuove tutte le cose. In Gesù anche il vecchio diventa davvero nuovo e per sempre. Il sapiente è quindi colui che fa tesoro di quello che ha appreso e lo metto in pratica rendendo il suo cuore disponibile alla parola di Dio, come ci ricorda la prima lettura di questa domenica, tratta appunto dal Libro della Sapienza, nella quale si erge maestosa la figura di Re Salomone che chiede a Dio la sapienza del cuore e non la potenza politica o militare: “Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Una richiesta insolita rispetto alle domande che gli uomini di potere rivolgo a Dio. Ma al Signore piacque questa richiesta da parte di Salomone: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole”.

Quando si è in sintonia con la volontà di Dio, il Signore concede quello che nel discernimento chiediamo a Lui. Ecco perché a Salomone replica con queste parole: Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te».

Da parte sua san Paolo Apostolo nella Lettera scritta ai cristiani di Roma sottolinea che “tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno”. La nostra risposta a Dio nella vita quotidiana sia in sintonia con quello che realmente siamo: figli a Dio, conformi all'immagine del Figlio suo, Gesù Cristo, chiamati alla salvezza in questa terra e per l'eternità.

Sia questa la nostra umile preghiera in questo giorno del Signore, in sintonia con quanto abbiamo ascoltato e che eleviamo a lui dal profondo del nostro cuore: O Padre, fonte di sapienza, che in Cristo ci hai svelato il tesoro nascosto e ci hai donato la perla preziosa, concedi a noi un cuore saggio e intelligente, perché, fra le cose del mondo, sappiamo apprezzare il valore inestimabile del tuo regno. Amen.

 

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