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TESTO Una vita originale per non morire fotocopie

don Michele Cerutti

VI domenica dopo Pentecoste (Anno A) (09/07/2023)

Vangelo: Lc 6,20-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,20-31

20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

21Beati voi, che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi, che ora piangete,

perché riderete.

22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

25Guai a voi, che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi, che ora ridete,

perché sarete nel dolore e piangerete.

26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.

Alcuni anni fa parlavo con il padre spirituale di Carlo Acutis, il giovane milanese che la Chiesa indica come beato.
Per indicare la pasta di questo ragazzo mi raccontava un aneddoto particolare.
Carlo era iscritto in una scuola prestigiosa di Milano e i suoi compagni per gioco erano riusciti a entrare nel sistema e scoprire chi tra i genitori dichiarava il reddito più elevato e si era aperto una gara. Questo giovane prese distanze forti da questi suoi amici.
Risuonano con forza quindi oggi le parole che Gesù oggi ci consegna: “Guai a voi ricchi perché avete già ricevuto la vostra consolazione”.
Di contro penso a quante forme di altruismo ho trovato in ambienti abitati da persone in difficoltà come alla Casa della Carità oppure tra i poveri di don Guanella.
Ho toccato con mano quello che Gesù oggi dice nel brano evangelico: “Beati voi poveri perché vostro è il regno di Dio”.
Mi sorprendono sempre le scene di chi fa la fila alle mense di Milano o di Roma per poter prendere un pasto caldo o un bicchiere di acqua fresca e nel mio cuore si fa eco: “Beati voi che avete fame e sarete saziati”.
Nello stesso tempo quante volte vediamo buttare grosse quantità di cibo e mi dispiace dirlo anche in ambienti ecclesiali nell'indifferenza totale.
Gesù afferma con forza oggi: “Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame”.
L'ho già raccontato, ma quando vado a trovare qualcuno in carcere penso sempre a quelle mamme che sono in fila per trovare il proprio figlio, o la moglie il proprio marito e molte volte trovano l'indifferenza delle guardie carcerarie.
“Beati voi, che ora piangete, perché riderete”. “Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete”.
In un mondo in cui tutti sono alla ricerca della popolarità a tutti i costi abbiamo le parole del Maestro: Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo, infatti, agivano i loro padri con i profeti.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo, infatti, agivano i loro padri con i falsi profeti.
Penso ai martiri e a tutti coloro che hanno dato prova di amore per il Signore andando controcorrente rispetto alla logica del mondo.
Oggi è come se ci venisse presentato un esercizio fisico di salto in alto da un lato con un'asticella di una certa altezza e dall'altro lato con un'asticella molto bassa.
La prima impegnativa, ma che dona soddisfazione la seconda molto meno difficile a cui tutti possono accodarsi senza difficoltà.
La proposta cristiana non è una via semplice e questo lo percepiamo negli ultimi versetti quando si invita a concretizzare tutto questo discorso nell'amore per i propri nemici.
Gesù ha fatto di questo impegno la sua vita e circostanze di perdono sono state diverse fino al momento alto della Croce.
Schiere di uomini e donne sono esempi luminosi di perdono donato gratuitamente.
Come non pensare alle madri che combattono tutti i giorni per i loro figli che vivono sotto gli effetti della droga o dell'alcool e continuano nonostante tutto ad aiutarli a uscire da queste dipendenze sacrificando le loro stesse vite.
Come non pensare a coloro che vivono discordie familiari dovute magari a problemi di eredità e non si preoccupano di ciò che perdono dal punto di vista materiale pur di non rovinare rapporti tra fratelli.
Siamo abituati a soffermarci sull'esempio dei santi come Maria Goretti o Santo Stefano ma testimoni di questo amore sono anche a volte vicini a noi e sono per noi vie luminose per compiere questo difficile percorso.
Non è semplice nella preghiera troviamo la forza di perdonare perché questo è solo dono di Dio.
Quando sentiamo, dopo un omicidio, l'invito al perdono fatto dai giornalisti non possiamo pensare che questo sia immediato alla base di tutto c'è un cammino che richiede i suoi tempi e di essere percorso.
La Parola ci sprona oltre esortandoci anche alla condivisione.
Il cristiano chiamato ad andare oltre al proprio mondo attento con lo sguardo a tutto ciò che lo circonda sul modello di Maria che a Cana, ancor prima che i commensali si rivolgono per la mancanza di vino, lei stesso si prodiga.
Abbiamo bisogno di essere proprio così, come discepoli, capaci di intercettare i problemi ancor prima che questi si manifestino.
La Parola oggi ci dovrebbe inquietare e ci chiede di smuoverci per fare della nostra vita un capolavoro della misericordia.
Il rischio è che l'originalità di ciascuno di noi possa offuscare per farci diventare delle fotocopie.

 

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