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TESTO Ti rendo lode, o Padre

don Michele Cerutti

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/07/2023)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Quando ci limitiamo a letture orizzontali della storia del mondo e della Chiesa sembra prendere su di noi una sorta di tristezza e ci troviamo come spaesati incapaci di vedere ciò che Dio offre per non scoraggiarci.
In alcune Chiese particolari, ad esempio, si stanno prendendo in esame i dati degli archivi sugli abusi sessuali, nella Chiesa universale alcuni contrasti in tema di teologia o di servizio pastorale mettono in evidenza alcuni motivi di acredine che il tempo ha fatto emergere.
Tuttavia, anche in questo contesto di difficoltà possiamo unirci con Gesù e rivolgerci al Padre con quei sentimenti di gratitudine perché si rivela ai piccoli e agli umili.
Sì perché anche se siamo in un mare in tempesta il Padre non ci lascia soli e con il Figlio continua a navigare nelle difficoltà.
Di questo sono testimoni i tanti umili della terra che, come lampade che si consumano, si offrono con il loro sacrificio per il bene di tutta la Chiesa.
A noi il compito non di soffermarci su quello che la cronaca ci offre con la sua durezza, ma di avere quello sguardo grato per quelle, che sono ai nostri occhi, piccole presenze preziose per il nostro Dio.
Gesù esprime questa preghiera di ringraziamento dopo che i discepoli riportano la notizia dell'incontro con il Battista nel carcere, abitato dal dubbio e dalla paura.
Per lui Gesù esprime un grande elogio ed estende questa lode per tutti gli umili della terra.
In mezzo alle difficoltà della Storia Gesù sa su chi porre fiducia, il Padre e avendo lo sguardo su di Lui riesce a comprendere su dove trovare la bellezza che lo circonda.
Noi siamo invitati a rivolgerci a Lui l'umile per eccellenza.
La mitezza che Paolo descrive bene quando afferma che spogliò se stesso assumendo la condizione di servo (cfr.Fil 2,7).
Sulla Croce c'è l'icona alta di questa dote di Gesù.
L'umiltà del Maestro è rappresentata in diverse occasioni perché è stato lo stile lo ha contraddistinto.
Quindi quando la Chiesa ci invita a vedere nei poveri la presenza di Gesù è proprio dovuto al fatto che quell'umiltà e mitezza tipica del povero sono state incarnate veramente da Dio.
Risuonano attuali le parole pronunciate da Paolo VI in Colombia davanti ai campesinos: “Voi, Figli carissimi, siete Cristo per Noi. E Noi che abbiamo la formidabile sorte d'essere il Vicario di Cristo nel suo magistero della verità da Lui rivelata, e nel suo ministero pastorale nell'intera Chiesa cattolica, Noi Ci inchiniamo davanti a voi e vogliamo ravvisare Cristo in voi quasi redivivo e sofferente: non siamo venuti per avere le vostre filiali, e pur gradite e commoventi acclamazioni, ma siamo venuti per onorare Cristo in voi, per inchinarci perciò davanti a voi, e per dirvi che quell'amore, che tre volte Gesù risorto richiese da Pietro (cfr. Io. 21, 15 ss.), di cui Noi siamo l'umile e l'ultimo Successore, quell'amore a Lui in voi, in voi stessi lo tributiamo. Noi vi amiamo! Come Pastori, cioè come associati alla vostra indigenza e come responsabili della vostra guida, del vostro bene, della vostra salvezza. Noi vi amiamo con un'affezione preferenziale; e con Noi vi ama, ricordatelo bene, ricordatelo sempre, la santa Chiesa cattolica”.
Non, quindi, il povero come categoria sociologica, ma come stile tipico lontano dalla logica del mondo.
Brevi versetti quelli oggi offerti dal Vangelo in cui è racchiuso un modo di procedere che dobbiamo cercare di vivere.
Non abbiamo paura perché se abbiamo lo sguardo rivolto a Cristo tutto trova un senso autentico e vero.
Noi sappiamo come vere le parole che Paolo VI ha pronunciato a Manila e facciamo risuonare nel nostro cuore concludendo questa omelia per poi farle risuonare durante la settimana: Gesù Cristo è il principio e la fine; l'alfa e l'omega. Egli è il re del nuovo mondo. Egli è il segreto della storia. Egli è la chiave dei nostri destini. Egli è il mediatore, il ponte fra la terra e il cielo; egli è per antonomasia il Figlio dell'uomo, perché egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito; è il Figlio di Maria, la benedetta fra tutte le donne, sua madre nella carne, madre nostra nella partecipazione allo Spirito del Corpo mistico.
Gesù Cristo! Ricordate: questo è il nostro perenne annunzio, è la voce che noi facciamo risuonare per tutta la terra, e per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

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