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TESTO Commento su Matteo 11,25-30

don Giampaolo Centofanti  

Sacratissimo Cuore di Gesù (Anno A) (16/06/2023)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,25-30

25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Questo vangelo coglie proprio l'intimo del cuore di Gesù. Nel brano parallelo di Luca si racconta che Gesù dicendo queste cose esultò nello Spirito. Gesù è sempre nel profondo gioioso, felice ma questa è l'unica volta che si dice esplicitamente che esultò. Esulta non tanto, non prima di tutto per la virtù dell'umiltà perché qui si parla di piccolezza più che di umiltà: addirittura si parla di in fanti, bimbi che ancora non sanno parlare. Bimbi che hanno bisogno di tutto, che possono vivere solo dell'amore dei genitori, delle persone. Perché Dio ci ama senza condizioni e fa ogni cosa per portarci verso una vita bella, anche nonostante eventuali peccati, anzi trasformando in trampolini di lancio verso la vita anche i nostri peccati appena glielo consentiamo. Gesù stesso non propone di prendere esempio da lui perché generoso, saggio, misericordioso, ma come docile e piccolino (dice il testo) come un bimbo piccolissimo. Ecco la nostra fiducia, il nostro ristoro, puntare sfacciatamente sull'amore senza condizioni di Dio per noi. Allora gradualmente diventa naturale lasciarci portare da lui, dal suo Spirito che scende delicatamente, a misura, come una colomba, in modo specifico, su ciascuno di noi e ci apre, se lo vogliamo, il cuore alla vita sempre più piena. Per questo il suo giogo è dolce e il suo peso leggero: non dobbiamo fare chissà che cosa per seguirlo ma semplicemente essere noi stessi con semplicità e buonsenso nella grazia ricevuta e che, cercando di accoglierla, viene sempre più.

 

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