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TESTO Commento su Giovanni 6,51-58

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Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (11/06/2023)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,51-58

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Oggi è la festa del Corpus Domini, cioè è la solennità del Corpo e Sangue del Signore.

Noi sappiamo bene quale grande dono Dio ci ha fatto quando ha deciso di mandare sulla terra suo Figlio per farci capire come si fa ad amare!

Potremmo dire che il dono è stato doppio, nel senso che ci dimostra quanto bene ci ha voluto il Padre per donarci il suo unico Figlio e quanto ci ha amato il Figlio Gesù per accettare di dare la sua vita per la nostra salvezza. Padre e Figlio che ci hanno voluto un bene “da morire”.

Gesù, però, è nato in un determinato periodo storico ed in una Terra in particolare, la Palestina.

Voi avete visto Gesù in carne ed ossa? Lo avete conosciuto? Lo avete toccato? Certo che no!

Però l'amore di Dio, che è infinito, ha fatto in modo che anche noi potessimo fare esperienza e memoria di tutto quello che Lui ha fatto. E non solo ricordare, ma rivivere gli stessi momenti di cui hanno potuto godere le persone che sono vissute assieme a lui.
Non solo ricordare, ma rivivere...

È fondamentale rivivere un evento, altrimenti come facciamo a ricordare ben bene quello che abbiamo sentito dire se non ne abbiamo fatto esperienza?

Penso che sia una cosa normale per tutti dimenticarsi un qualcosa che non si è vissuto... ad esempio, voi vi ricordate di quando i vostri nonni si sono sposati? Certamente no, perché, anche se ve lo hanno raccontato, non eravate ancora nati!

Vi ricordate dell'importante avvenimento di quando Amstrong, nel 1969, è andato per la prima volta sulla Luna? Non credo! Magari qualche vostro parente vi ha raccontato l'evento, ma sicuramente non avete memorizzato bene il tutto perché non eravate presenti!

Ora passiamo alla Parola del Signore: vi ricordate di quando Gesù ha fatto l'ultima cena con gli apostoli? Certo che no! È successo più di 2.000 anni fa e voi eravate ancora nel pensiero di Dio!

Il Signore sa quanto è fragile la nostra memoria e allora, per farci comprendere fino in fondo il suo amore, ha fatto una cosa straordinaria: ci ha lasciato un memoriale che non è semplicemente un fare memoria, un ricordare un fatto passato...

Il memoriale è la ri-presentazione dell'evento di cui si fa memoria, è rendere presente quell'evento.

Gesù non ci ha lasciato solo delle parole, perché è facile dimenticare quello che si ascolta. Non ci ha lasciato solo la Sacra Scrittura, perché è facile dimenticare quello che si legge. Non ci ha lasciato solo dei segni, perché a volte si può dimenticare anche quello che si vede.

Cosa ha fatto allora? Ci ha dato un Cibo per rendere presente quell'evento, ed è difficile dimenticare un sapore!

Sono certa che avete fatto esperienza di quanto è buona la nutella! E quanto buone sono le patatine fritte? Quanto buoni sono i gelati? Quanto buoni sono gli hamburger del McDonald's? E potremmo andare avanti all'infinito nell'elencare i cibi di cui non dimentichiamo il sapore perché li abbiamo mangiati realmente e perché ci piacciono un sacco!

Ecco. Il Signore ci ha lasciato il Pane Eucaristico nel quale c'è Lui, vivo e vero, con tutto il sapore del suo amore. Non si può dimenticare l'amore...

Voi vi dimenticate dell'amore dei vostri genitori, dei nonni, dei vostri amici più cari? Non credo proprio perché ne fate esperienza ogni giorno.

Gesù ci ha lasciato questo Cibo affinché, ricevendolo, possiamo dire: “È il Signore, si ricorda di me!”. Per questo ci ha detto: “Fate questo in memoria di me”!

Cioè, riunitevi come comunità, come popolo, come famiglia, celebrate l'Eucaristia per ricordarvi di me: è il memoriale del Signore.

L'Eucaristia non è un semplice ricordo, è un fatto: è Gesù che, nella Messa, muore e risorge per noi.

“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”: ogni volta che Lo riceviamo ci ricorda che siamo preziosi: siamo gli invitati attesi al suo banchetto.

E non solo perché Lui è generoso, ma perché è davvero innamorato di noi: vede e ama il bello e il buono che siamo.

Noi sappiamo bene che non sempre siamo buoni e belli, vero? Quante volte ci comportiamo male con chi ci sta accanto? Quante volte non facciamo del bene a chi ha bisogno? Anche se siete piccoli, è normale che anche voi facciate i vostri piccoli peccati... e questo il Signore lo sa molto bene! Ma sa anche che il male e i peccati non sono ciò che ci identificano... sono invece delle “malattie”, delle “infezioni”, a volte gravi a volte meno gravi. Però sempre curabili!

Abbiamo sperimentato, in questi ultimi tre anni, quanto grave sia stata l'infezione del coronavirus... sembrava che non ci fosse rimedio ed invece, con la ricerca di tanti bravi medici, ne stiamo uscendo.

Ecco, anche il Signore viene a curare i nostri peccati con l'Eucaristia, che contiene gli anticorpi per guarirci. Con Gesù possiamo immunizzarci da tutte le cose brutte perché Lui ci sostiene col suo amore.

Ecco la forza dell'Eucaristia: ci trasforma in portatori di Dio, portatori di gioia.

Allora, dopo che abbiamo fatto la Comunione, che cosa facciamo una volta fuori della chiesa? Cominciamo a lamentarci perché la Messa è stata troppo lunga? Critichiamo il nostro vicino di posto perché ci diceva di stare attenti? Sbruffiamo perché piove e non possiamo andare in montagna? Chiediamo con insistenza alla mamma di comperarci un gelato nel bar vicino anche se sappiamo che lei non vuole?

Certo che No! Tutto questo non migliora nulla! Questa non è la gioia del Signore che cambia la vita!

Il Signore, offrendosi a noi in un modo semplice come il Pane, ci invita a non sprecare la vita inseguendo mille cose inutili che non danno la felicità e ci invita a “servire”.
“Ma come? Non siamo mica dei servi noi!” potreste dire...

Ma sapete che Gesù è venuto sulla terra per servire? Vi ricordate quando, durante l'ultima cena, ha lavato i piedi dei suoi discepoli? Quel gesto ha riassunto il significato di tutta la Sua vita. Quel gesto lo ha fatto perché, forti della forza che riceviamo dal Corpo di Cristo, lo facciamo anche noi.

Certo che a noi non viene chiesto di andare in giro a lavare piedi...

Lascio a voi pensare ai vari modi con cui potete servire i vostri genitori, tutte le persone che vi vogliono bene ed anche quelle che vi stanno antipatiche.
Gesù infatti ha detto “Amate i vostri nemici”. Difficile....

Però ci possiamo sempre provare incominciando magari dai “nemici meno nemici”.

Chi lo sa che un giorno non riusciremo ad amare anche il nostro “nemico più nemico”!

Per fare questo chiediamo la forza a Gesù Eucaristia che sempre si fa vicino a noi.

E impariamo da Gesù... non lasciamo mai solo chi ci sta vicino! Anche se “nemico”...
Commento a cura di Maria Teresa Visonà

 

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