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TESTO Tu sei mio Figlio

Monaci Benedettini Silvestrini  

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Battesimo del Signore (Anno B) (08/01/2006)

Vangelo: Mc 1,7-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,7-11

In quel tempo, Giovanni 7proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

In questo giorno ci piace fermare lo sguardo, come in una splendida icona, su Gesù, immerso nelle acque del Giordano, mentre riceve il Battesimo da Giovanni. Gesù è all'inizio della sua missione, probabilmente prima di trascorrere i quaranta giorni di digiuno nel deserto, prima di essere stato additato come l'Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo; ha bisogno quindi di un mandato ufficiale, come diremmo noi; un mandato ed una consacrazione, che dovranno essere scanditi con solennità e potenza dallo stesso Iddio. Il battesimo è l'occasione propizia per operare il misterioso incontro tra la debole umanità di Cristo, tra il flebile segnale che poteva emanare dal rito sacramentale di Giovanni e la grandezza di Dio, il mistero di una incarnazione del Verbo finalizzata alla salvezza del mondo. Cristo, immerso nelle acque, prelude con quel gesto di profonda umiltà, la sua morte e la sua sepoltura; s'immerge non per se, egli non ha colpa alcuna da cui essere lavato, ma per tutti noi, che carichi di colpe e di peccati abbiamo urgente bisogno di un lavaggio totale e di una salutare e definitiva purificazione: è la prima volta che Gesù sperimenta su di se il peccato del mondo; è il momento in cui assume ufficialmente il suo ruolo di Salvatore e di Redentore dell'umanità. A questo punto, dopo aver fissato lo sguardo, porgiamo l'orecchio per ascoltare la Voce dal cielo: "Tu sei il figlio mio prediletto: in te mi sono compiaciuto". Non abbiamo dubbi, è Dio che parla, anzi è il Padre che si rivolge al suo Figlio prediletto; viene quindi affermata la divinità del Cristo, tutto il mistero della Trinità palpita in quelle parole. La predilezione del Padre verso il Figlio è scandita dall'Amore. L'amato è indubbiamente il Figlio, ma non possiamo dimenticare che Egli è amato perché calandosi nelle acque sta dando il proprio assenso a tutta l'opera della redenzione, anzi viene da dire che già sta operando la redenzione, autorizzandoci così a fare nostre le parole che il Padre rivolge a Gesù. Oggi, poi, che tutto è compiuto, che il Battesimo di "fuoco" ci ha rigenerati a vita nuova, possiamo legittimamente credere che su ognuno di noi il nostro Padre celeste ripeta: "Tu sei mio figlio". Questa è per noi la grande epifania, la grande rivelazione, il grande dono!

 

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