PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Giovanni 14,15-21

Omelie.org - autori vari  

Omelie.org - autori vari è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

VI Domenica di Pasqua (Anno A) (14/05/2023)

Vangelo: Gv 14,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-21

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di padre Gianmarco Paris

Ogni domenica facciamo memoria della Pasqua di Gesù, del suo passaggio dalla morte alla vita. In questo passaggio Egli accompagna ognuno di noi, se accettiamo la sua amicizia, se seguiamo i suoi stessi passi. Le pagine di Vangelo di queste domeniche che seguono la Pasqua ci fanno ascoltare di nuovo alcuni dialoghi di Gesù con gli apostoli durante l'ultima cena: sono parole che esprimono la relazione profonda che Gesù vivo e presente tra noi vuole vivere con ciascuno dei suoi discepoli e con la sua comunità.

Nel passaggio di oggi Gesù rivela che c'è un rapporto profondo tra amare Lui e obbedire al suo comandamento: può amarlo solo che obbedisce al comandamento; può obbedire solo chi lo ama. Il comandamento di cui Gesù parla è quello “nuovo” che pochi minuti prima ha dato ai discepoli: quello di amarsi gli uni gli altri come Egli li ha amati. Allora ne viene questa conclusione: chi ama Gesù, ama gli altri come Lui; chi ama gli altri come ha fatto Lui, ama Gesù. Nell'amare gli altri come Gesù ci ha amati sta tutta la novità della vita cristiana, e per noi sta anche tutto il senso della vita.

Per esperienza sappiamo che è difficile passare dal nostro modo di amare (dove generosità e egoismo si mischiano sempre un po') al modo di amare di Gesù. Questo “passaggio” è il cammino con il quale noi partecipiamo alla Pasqua di Gesù, cammino che è già iniziato con il nostro battesimo e di cui possiamo prendere coscienza giorno dopo giorno. Ma, appunto per la nostra debolezza, non lo possiamo fare con le nostre sole forze. Per questo Gesù promette di mandare un altro “avvocato” (Paraclito), lo Spirito Santo, Spirito di verità, che è l'amore di Dio che ha accompagnato Gesù in tutta la sua vita, che gli ha dato forza per amare i suoi fino al dono totale di sé. Gesù lo dona anche a noi, perché possiamo fare il suo stesso passaggio. Come l'amore, anche lo Spirito non lo conosce e non lo riceve chi non lo desidera e lo accetta, perché non si impone, ma si offre.

La prima e la seconda lettura ci aiutano a comprendere come l'amore di Dio e il suo Spirito non sono cose astratte, ma principi concreti di vita, di incontri, di scelte. Gli Atti degli Apostoli ci parlano di Filippo che annuncia Gesù nella regione della Samaria, dando inizio alla missione universale affidata dal Risorto agli apostoli. Quando questi ultimi sentono parlare della risposta di fede dei samaritani, Pietro e Giovanni vanno a visitare la comunità e nella preghiera invocano per quei nuovi cristiani il dono dello Spirito Santo, perché la loro fede sia rafforzata e sostenuta dalla forza dell'amore di Dio. L'apostolo Pietro nella sua lettera esorta i cristiani, che stanno affrontando difficoltà per rimanere fedeli a Gesù, a “rendere ragione della loro speranza” a chi si accorge che vivono in modo diverso dagli altri, e a farlo “con dolcezza e rispetto”. Ciò che attira l'attenzione non sono prima di tutto le parole dei cristiani, ma il loro comportamento, la loro “buona condotta in Cristo”; questa è la prima e più fondamentale risposta del cristiano a chi “parla male di lui”, è la risposta che convince.

Da questi brani possiamo raccogliere un messaggio per noi: la vita cristiana nasce dal sentirci amati da Gesù e consiste nel rispondere a Lui con un amore che cerca di imitarlo. Concretamente questa risposta la diamo nel nostro modo di amare gli altri, che deve imitare quello di Gesù. Per fare questo non bastano le nostre forze, abbiamo bisogno della forza dello Spirito Santo, di essere abbracciati dall'abbraccio tra Gesù e il Padre. Se impariamo ad amare gli altri come Gesù, allora vuol dire che stiamo passando dalla morte alla vita, che partecipiamo alla Risurrezione di Gesù. È questo che può convincere altri del valore della vita cristiana, non le nostre parole.

 

Ricerca avanzata  (53954 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: