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TESTO Santificare Gesù Cristo nei nostri cuori con la forza dello Spirito

diac. Vito Calella

VI Domenica di Pasqua (Anno A) (14/05/2023)

Vangelo: Gv 14,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-21

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Ogni domenica ci riuniamo per rinnovare la scelta di incentrare tutta la nostra vita sull'evento che ha salvato l'intera umanità dalla schiavitù del peccato: la morte in croce e la risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, per opera di Dio Padre, con la potenza di comunione, che è lo Spirito Santo. Oggi vogliamo tenere custodire questo evento attraverso il kerigma pasquale che abbiamo ascoltato in 1Pt 3,18: «Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito».

Lo stesso Spirito Santo, che ha ridato vita al corpo di Gesù, deposto nel sepolcro dopo la sua morte in croce, è donato all'umanità intera, effuso su ciascuno di noi.

Santificare Gesù Cristo nei nostri cuori, dando ragione della nostra speranza in lui

Tuttavia, lo Spirito Santo diventa operante ed efficace nella nostra vita quando decidiamo liberamente di «santificare il Signore Gesù Cristo nei nostri cuori, sempre pronti a rendere ragione della nostra speranza» (1Pt 3,15), sia per coloro che hanno sete di essere evangelizzati e ci chiedono di aiutarli a conoscere e ad amare Gesù Cristo, a praticare la carità, obbedendo ai suoi comandamenti e riponendo in Lui tutta la sua speranza; sia per coloro che rappresentano «il mondo», cioè, vivono ancora nella schiavitù dei vizi, causata dalla scelta dell'idolatria dell'egoismo, sposata con quella del denaro.

Per poter dare ragione della nostra speranza in Cristo Gesù a tutti gli uomini assetati di evangelizzazione, siamo invitati dalla Parola di Dio ad avere un atteggiamento equilibrato, senza proselitismo o autoritarismo, annunciando il Vangelo in parole ed opere di carità, «con dolcezza, rispetto e con retta coscienza» (1Pt 3,16).

Siamo circondati da persone «del mondo», che non riconoscono il valore della gratuità dell'amore divino, e quindi «non possono ricevere lo Spirito Santo, perché non lo vedono né lo conoscono» (Gv 14, 17b), perché il loro sguardo è rivolto al proprio egoismo e al potere economico del denaro. Davanti a queste persone «del mondo», siamo invitati a sopportare con pazienza, accettando anche di essere perseguitati. «Se si parla male di noi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla nostra buona condotta in Cristo.

Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male» (1Pt 3,17).

È meglio soffrire per amore che soffrire per le conseguenze delle nostre dipendenze e dei nostri peccati, non avendo ancora scoperto la forza liberatrice e protettrice dello Spirito Santo, già effuso in noi, che oggi Cristo risorto ci presenta come Spirito della Verità e Spirito Paràclito, avvocato difensore.

Abbiamo appena ascoltato la prima delle cinque promesse dello Spirito Santo scritte nel discorso di commiato di Gesù del Vangelo di Giovanni: «Pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Paràclito, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità» (Gv 14,16-17a).

Le altre quattro promesse si trovano in Gv 14,25-26; 15,26; 16,7-11 e 12-15.

Diamo ragione della nostra speranza in Cristo lasciando che lo Spirito della Verità operi in noi.

Quando l'evangelista Giovanni presenta, nella bocca di Gesù, lo «Spirito della verità», vuole invitarci legare il nostro cuore alla parola di Dio, sapendo que l'autore principale dei testi sacri, l'ispiratore della tutto ciò che incontriamo nella Bibbia, è lo stesso Spirito Santo, lo «Spirito della verità», già presente nel tempio vivo del nostro corpo. Nella seconda promessa dello Spirito Santo, Gesù ci dice quanto segue: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,23-26). Nella terza promessa dello Spirito Santo, Gesù ci dice: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me» (Gv 15,26). Nella quinta promessa dice: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future» (Gv 16,12-13).

Santifichiamo Gesù Cristo nel nostro cuore invocando lo Spirito Santo, «Spirito della verità», per orientare con libertà le nostre scelte quotidiane «amando e osservando i comandamenti di Gesù» (Gv 14,15b .21a).

«Amare» i comandamenti di Gesù significa dedicare tempo prezioso nella nostra vita quotidiana all'incontro orante con la parola di Dio, che non può essere sostituita dai bei messaggi biblici che riceviamo attraverso le varie applicazioni del nostro cellulare. È necessario soffermarsi sul testo biblico e meditare per «custodire» nella nostra mente e nel nostro cuore i versetti biblici, affinché, invocando incessantemente lo Spirito Santo, questi versetti appaiano nella nostra mente quando dobbiamo prendere decisioni.

«Osservare» i comandamenti di Gesù significa metterli in pratica nella nostra vita quotidiana.

Diamo ragione della nostra speranza in Cristo Gesù lasciando agire in noi lo Spirito Paràclito, l'avvocato difensore.

L'evangelista Giovanni presenta, nella bocca di Gesù, lo Spirito Santo sotto il soprannome di «Paràclito», cioè avvocato difensore. Lo Spirito Santo difenderà gli apostoli nell'ora della grande crisi della morte violenta di Gesù in croce. Avranno la gioia di vedere Gesù risuscitato e troveranno la forza per annunciare la sua morte e risurrezione in mezzo ad un'umanità ancora incredula e difficile da convertire. Per questo Gesù dice ai suoi apostoli: «Ancora un po' e il mondo non mi vedrà più, ma voi mi vedrete perché io vivo e voi vivrete» (Gv 14,19). Le apparizioni di Cristo risorto, fino al giorno dell'ascensione, daranno nuovo coraggio agli apostoli, preparandoli alla missione nel tempo della Chiesa, nata il giorno di Pentecoste.

Illuminati dalla quarta promessa dello Spirito di Gv 16,7-11, ci troviamo in questo tempo della Chiesa.

Lo Spirito Santo «avvocato difensore» custodirà e sosterrà la sfida dell'evangelizzazione nel contesto di un'umanità dove la maggioranza continua ad appartenere al «mondo», cioè a voler vivere confidando nel proprio egoismo, nell'idolatria del denaro e dei vizi, nel potere del “sapere tecnico e scientifico” dove la fede in Dio è soffocata e respinta. Questo nostro tempo per la Chiesa può essere chiamato "tempo di giustizia", cioè tempo per realizzare il Regno del Padre nella storia dell'umanità, senza la presenza visibile del Cristo glorioso, Re dell'universo, poiché si manifesterà come tale solo alla fine della storia.

Possiamo anche scoraggiarci di fronte a tante guerre, divisioni, ingiustizie. Sembra che il «principe di questo mondo» sia l'egoismo umano. Ma lo Spirito Santo «avvocato difensore» ci dà la certezza che l'egoismo è definitivamente condannato al fallimento. Lo Spirito Santo «avvocato difensore» ci mantiene saldi nell'esperienza della comunione, garanzia della nostra salvezza e di ogni esperienza di riscatto. Gesù Cristo ci dice oggi: «Io sono nel Padre, voi in me e io in voi» (Gv 14,20). Nulla può scuoterci, perché noi, che scegliamo di amare e credere in Gesù, sappiamo che l'egoismo umano non è più forte della nostra comunione in Cristo, garanzia delle nostre vittorie contro ogni forma di idolatria verso cose attrattive di questo mondo.

Confermiamo il nostro Battesimo con il nostro affidamento all'azione dello Spirito Santo!

L'evangelizzazione della Samaria, portata avanti da Filippo, è un esempio di vittoria contro tutti gli spiriti maligni e le malattie che turbano la vita delle persone. L'imposizione delle mani sui battezzati ci ricorda, attraverso il sacramento della cresima, il coraggio di essere missionari, confidando nell'azione potente dello Spirito Santo.

 

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