PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO La famiglia, luogo di crescita nella fede

don Mario Campisi  

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno B) (30/12/2005)

Vangelo: Lc 2,22-40 (forma breve Lc 2,22.39-40) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

La festa della Santa Famiglia è stimolatrice di molte riflessioni e orientamenti operativi in un contesto culturale come il nostro, in cui la famiglia non è una realtà pacificamente acquisita e da tutti difesa e promossa. Se il figlio di Dio ha voluto nascere all'interno di una famiglia umana, essa ha un'altissima dignità agli occhi di Dio.

La prima e fondamentale provocazione che emerge dalla scelta della lirturgia di oggi è il dovere della Chiesa di portare una seria attenzione alla realtà della famiglia umana in quanto tale. Essa non è oggi un dato che possiamo ritenere scantato. Non si può considerare come un fatto pacificamente acquisito che due giovani (o non più tali) contraggano un matrimonio religioso o soltanto civile: le convivenze più o meno prolungate, aumentano sempre più e sono molti quelli che ritengono, a livello teorico, che non sia possibile assumere impegni decisivi che durino per tutta la vita.

Non è il caso di analizzare le motivazioni per cui si è giunti a questa situazione. Quello che, invece, è più importante è di considerare la famiglia una comunità da evangelizzare.

I cristiani e le comunità cristiane debbono investire le loro energie per levangelizzazione della famiglia, così come essa è vista nel progetto salvifico di Dio creatore e redentore.

Il riferimento della nosrra famiglia con la Santa Famiglia di Nazaret non è fondato o stabilito sui valori culturali che sono, ovviamente, diversi, ma sulla fondamentale esperienza della fede. Quella di Nazaret, come le nostre famiglie, sono una comunità di persone, animata dalla comunione che trova la sua forza di coesione nella partecipazione alla carità di Dio.

Le ultime battute del brano evangelico, che presentano la casa di Nazaret come il luogo dove "il bambino cresceva e si fortificava..." inducono a interrogarci in quale misura la famiglia cristiana sia oggi luogo di crescita nella fede e nella carità di Dio.

Non dobbiamo dimenticare che i primi educatori alla fede sono i genitori e luogo insostituibile della catechesi è la famiglia. Si tratta di un tipo di catechesi del tutto originale, dove quello che più conta è la testimonianza quotidiana di una vita cristiana vissuta integralmente. I genitori non solo devono preoccuparsi dei figli sul piano economico, sociale e culturale, ma soprattutto sul piano della fede. Il dono più grande che i genitori possano fare ai loro figli è la comunicazione dei primi germi della fede e lo sviluppo di essi. E' comunque vera una cosa: nel contesto della vita familiare si gioca il futuro della fede di tanti giovani.

Una famiglia che prega insieme sarà una famiglia unita. Non sono, infatti, gli interessi economici né quelli culturali o ideologici a mantenere la famiglia nell'unità di amore, bensì la forza che viene da Dio e che si ottiene con la preghiera.

 

Ricerca avanzata  (54061 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: