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TESTO Come i pastori

don Girolamo Capita (giovani)  

Maria Santissima Madre di Dio (01/01/2006)

Vangelo: Lc 2,16-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] 16andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Nel vangelo di Luca di questa domenica di capodanno ci viene raccontata l'esperienza di fede dei pastori e la presentazione di Gesù bambino al tempio, otto giorni dopo la nascita, per la circoncisione.

Desidero soffermarmi sulla prima parte del vangelo, provando a descrivere il cammino di fede dei pastori. Innanzitutto mi piace notare come essi ricevano l'annuncio della buona notizia, cioè il vangelo, nella notte, proprio sul loro "posto di lavoro", insomma nella loro vita quotidiana. Quella notte poteva essere uguale a tante altre notti trascorse nel pascolo con il loro gregge, ma non fu così. Questo evento provoca in loro un movimento verso Cristo, essi senza indugio si recano alla grotta per Vedere il Salvatore. Qui c'è l'esperienza dell'incontro con il Redentore. E' un incontro adorante alla presenza del Signore. In quel incontro essi gustano la presenza del Signore, anzi ne accolgono tutto il Suo amore. Quella sera l'amore del Redentore sconvolge la loro vita. Essi non possono contenere la Gioia per aver Visto e Toccato il Verbo della vita, il Dio-bambino, sono inondati dal Suo amore. Lo raccontano agli altri suscitando in loro stupore e meraviglia. A tal proposito desidero ricordare ciò che Giovanni scrive all'inizio della sua prima lettera: "Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo".

Cosa gli raccontano? Certamente gli raccontano come sono passati dall'annuncio del vangelo, all'incontro con il Salvatore fino all'accoglienza del Suo amore nella loro vita. Sicuramente visitando il Redentore sono stati da Lui visitati!!! Ormai il Verbo ha preso dimora anche nella loro vita, nella loro storia!!! Rifletto sul fatto che dopo quel incontro i pastori ritornano a casa, alle loro attività, cioè a pascolare. Ma ora non sono più gli stessi pastori di prima. Ora nel loro lavoro, con la loro vita, non fanno altro che cantare e rendere Gloria a Dio che opera queste meraviglie, che nel Suo grande amore viene a visitarci per accoglierci così come siamo e per ricolmarci della sua misericordia.

Cosa voglio farVi notare carissimi giovani?

La straordinarietà della rivelazione di Dio consiste nel fatto che Lui ci viene a visitare nell'ordinarietà della nostra vita!!! A volte il lieto annuncio ci viene dato dall'esempio e dalla testimonianza di altri giovani cristiani o meglio dallo stile di vita feriale ed evangelico di tanti cristiani di oggi. Questa prima forma di annuncio ci spinge all'incontro personale con il Signore Risorto nella grotta, che io vorrei paragonare all'incontro con il Risorto nella vita sacramentale della Chiesa. Soprattutto nella Santa Messa Domenicale noi accogliamo la Parola di Dio che viene ad abitare in noi, come pure ci nutriamo del Corpo di Cristo che ci trasforma in Lui. L'incontro adorante con il Signore rende nuova la nostra vita nella sua quotidianità. Oserei affermare in questi termini l'esperienza dei pastori: dalla quotidianità della solita vita abitudinaria all'Eucaristia, dall'Eucaristia alla rinnovata quotidianità come vita nuova nella quale si rende Gloria a Dio vivendo e testimonianza con semplicità il suo amore.

Auguro a tutti voi di essere come i pastori di Betlemme, aperti alla novità dell'annuncio della Lieta Notizia, disponibili all'incontro con il Risorto nei sacramenti, pronti a rendere Gloria a Dio nella quotidianità del vostro esistere. Buon anno 2006 nella Grazia del Signore Risorto e nella protezione della Vergine Santa, Madre di Dio e Madre nostra.

 

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