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TESTO Siamo sale e luce!

don Lucio D'Abbraccio  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (05/02/2023)

Vangelo: Mt 5,13-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

Nel Vangelo di oggi abbiamo ascoltato che Gesù dice ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo». Mediante queste immagini ricche di significato, egli vuole trasmettere ad essi il senso della loro missione e della loro testimonianza. Il sale, nella cultura meridionale, evoca diversi valori quali l'alleanza, la solidarietà, la vita e la sapienza. La luce è la prima opera di Dio Creatore ed è fonte della vita; la stessa Parola di Dio è paragonata alla luce, come proclama il salmista: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (cf Sal 119,105).

Anche Gesù, però, è il sale della terra. Senza di lui il mondo è insipido; si corrompe moralmente, come si guastano più facilmente i cibi senza sale. Il sale è la sua divinità, il suo Spirito che ha iniettato nel mondo con la sua incarnazione e con la sua risurrezione. Sapore viene dalla radice di sapienza, e Gesù è la «sapienza di Dio». «Qualsiasi cosa ascolto o leggo - diceva san Bernardo - tutto è insipido per me se non vi trovo il nome di Gesù».

Gesù, inoltre, è anche luce: la vera luce del mondo. La luce permette di orientarsi, di sapere dove siamo, cosa ci sta davanti. Non si può dire a parole che cos'è la luce. Basta ripensare a come ci sentiamo insicuri e smarriti quando improvvisamente viene meno la luce. Si va a tentoni.

Ebbene, noi saremo luce nella misura in cui riflettiamo sugli altri la luce di Cristo, un po' come la luna riflette la luce del sole dopo che il sole è tramontato. Saremo sale, nella misura in cui, diffondiamo intorno a noi il buon odore di Cristo. Il nostro compito è, dunque, far trasparire la presenza luminosa di Cristo. Diminuire lo spessore opaco della nostra natura corrotta ed egoista, perché egli possa, per mezzo nostro, manifestarsi agli altri e far passare negli altri la sua luce e il suo amore. L'essenziale è, dunque, permettere a Gesù di essere ancora luce e sale della terra attraverso noi. In altre parole, essergli testimoni davanti agli uomini, come ci ha chiesto lui stesso (cf At 1,8).

E sempre nella liturgia odierna il profeta Isaia dice: «Se aprirai il tuo cuore all'affamato, se sazierai l'afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio». Bisognerebbe cominciare proprio noi cristiani a mettere in pratica queste parole, dimostrandoci così davvero figli e discepoli della luce. Smettere di fare gli arroganti e di puntare sempre il dito accusatore sugli altri.

I discepoli del Signore, dunque, sono chiamati a donare nuovo «sapore» al mondo, e a preservarlo dalla corruzione, con la sapienza di Dio, che risplende pienamente sul volto del Figlio, perché egli è la «luce vera, quella che illumina ogni uomo» (cf Gv 1,9).

Certo, questo compito di essere «sale» e «luce» non è facile, pero, uniti a Cristo, noi cristiani possiamo diffondere in mezzo alle tenebre dell'indifferenza e dell'egoismo la luce dell'amore di Dio, vera sapienza che dona significato all'esistenza e all'agire degli uomini. Amen!

 

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