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TESTO Sale della terra e luce del mondo per dare sapore e rischiarare le tenebre

don Michele Cerutti

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (05/02/2023)

Vangelo: Mt 5,13-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

Nietzsche sosteneva che sarebbe diventato cristiano solo se avesse trovato uomini e donne all'uscita delle Messe contenti. Il rischio effettivamente è quello di trovare molte volte discepoli che, come dice Papa Francesco, sono caratterizzati dall'esprimere volti quaresimali.
Il Vangelo è chiaro, dopo aver indicato la via delle beatitudini, chiede ai discepoli di essere sale e luce del mondo.
Sale, ingrediente che nei nostri alimenti dà sapore. Il cristiano è chiamato proprio a questo dare sapore alla fede.
Dopo il periodo pandemico abbiamo registrato qualche presenza in meno nelle nostre Chiese e forse dovremmo domandarci il perché.
Il rischio è di lanciarsi in analisi sociologiche o in giudizi sommari. Se le nostre chiese vedono una minore frequentazione uno dei motivi forti è dovuto al fatto che viviamo una fede, spesso, senza entusiasmo, senza sapore.
Come fare? Nelle prime comunità cristiane i discepoli di Gesù si riconoscevano dall'amore che uno aveva per l'altro. Era facile sentire pagani dire: “Guarda come si vogliono bene”.
Oggi un non credente, quando guarda dei cristiani, cosa dice?
Molti potrebbero però obiettare affermando che, nella nostra società, è difficile vivere gli insegnamenti dell'amore.
Niente di più falso perché i cristiani si riconoscevano proprio in un tempo in cui le persecuzioni erano forti. I primi secoli furono segnati da vere e proprie sopraffazioni nei confronti dei discepoli di Gesù.
Nei paesi in cui le vessazioni sono maggiori, rispetto al nostro Occidente, i cristiani continuano a fiorire e non si nascondono dietro a paure.
In queste settimane Papa Francesco ha nominato due vescovi in terre, dove l'ISIS ha seminato paure.
Jacques Mourad è il nuovo vescovo di Homs, Younan Hano guiderà i siro-cattolici a Mosul. Il primo, rapito dai jihadisti, fu minacciato così: «Convertiti all'islam o ti tagliamo la testa». Il secondo rinunciò a tutto a Qaraqosh pur di conservare la fede. Siamo nella Siria in cui imperversa una guerra da diversi anni.
Non ci sono alibi all'invito ed esortazione di Gesù a essere quel sale chiamato a insaporire la nostra fede.
Il Vangelo ci chiede anche di essere luce nel mondo. Viviamo momenti drammatici della storia. Dopo un tempo pandemico ci avviciniamo a segnare una data importante, il primo anniversario di una guerra, quella Ucraina, che non sembra fermarsi.
Questi sono i momenti in cui il cristiano è chiamato ancor di più a far risplendere la luce della pace.
Non possiamo far parte di certo di negoziati, ma siamo chiamati nel nostro piccolo a far risplendere scelte coraggiose nella nostra vita quotidiana.
Cerchiamo di vivere volgendo lo sguardo su coloro che tra di noi vivono momenti difficili feriti della propria esistenza.
Isaia ci offre delle indicazioni preziose in questa domenica di inizio febbraio, facendosi pedagogo del nostro cammino quaresimale ormai prossimo a iniziare.
Egli ci indica il vero digiuno a cui siamo chiamati che è fatto più che di privazioni, di vere e proprie attenzioni.
Questa settimana prendiamoci questo impegno leggere ogni mattina o ogni sera prima di addormentarsi questi semplici versetti del profeta per porci un programma di vita e trovarci pronti all'inizio del cammino quaresimale.
Il rischio è quello di farci scivolare questi inviti e così di nascondere quella luce che siamo chiamati a donare al mondo.
Molto spesso siamo circondati da uomini e donne che sembrano chiedere proprio a noi cristiani: fateci vedere dove è l'interruttore.
Qualcuno può obiettare che i troppi scandali nella Chiesa ci costringono a volte a mettere la luce sotto il moggio.
No, anche nei momenti bui della Storia ecclesiale non sono mancati uomini che hanno fatto risplendere la verità del Vangelo.
Nel 500 santi come Angela Merici, Filippo Neri e San Carlo Borromeo sono stati fiaccole che hanno rischiarato il cammino della Chiesa.
Non c'è momento della Storia in cui il compito di essere luce venga meno.
Abbiamo la certezza di Gesù che continua a pregare su Pietro perché non vacilli e sostenga i fratelli.
Rimane forte l'invito di Giovanni Paolo II nel lontano 1978 a “non aver paura e spalancate le porte a Cristo” e in questo modo potremo aiutare altri a vincere i timori e affidarsi a Dio.

 

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