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TESTO Vi esorto, fratelli, siate unanimi, non ci siano divisioni tra voi

don Roberto Rossi  

III Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (22/01/2023)

Vangelo: Mt 4,12-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

16Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

18Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

 

Forma breve (Mt 4,12-17)

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

16Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Gesù, il Figlio di Dio, così come Giovanni Battista lo ha indicato e lo ha testimoniato, è la luce del mondo. Dice il Vangelo: Gesù si ritirò nella Galilea, lasciò Nazareth e andò ad abitare a Cafarnao, nella terra di Zabulon e di Neftali. In tal modo ha realizzato la profezia di Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce”. Cominciò a predicare con parole molto forti, “convertitevi”, e consolanti nella loro verità, “il regno dei cieli è vicino”. Il Vangelo riporta la chiamata dei primi quattro apostoli, Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni. Li chiama a seguirlo ed essi restano colpiti e affascinati; hanno la grazia di seguirlo con una prontezza che ci sorprende e ci stupisce. “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini...” “Essi subito, lasciate le reti, lo seguirono; essi, subito, lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono”.

Seguono Gesù in questo slancio iniziale, lo seguiranno negli anni della vita pubblica che diventano gli anni della loro formazione, lo seguiranno nei momenti di gloria, di gioia, di fervore del popolo, lo seguiranno lungo il realizzarsi di quel mistero che è il rifiuto e la persecuzione che Gesù subisce da parte di tanti, fino al sacrificio della croce. Lo seguiranno dopo lo sbandamento della passione, resi forti dallo Spirito, nella testimonianza della sua risurrezione, testimonianza data con le parole, la predicazione, la vita. Il Vangelo tratteggia quasi una sintesi del ministero e delle opere di Gesù: “Percorreva tutta la Galilea, insegnava nelle sinagoghe, annunciava il regno, guariva ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo”, come segno della vicinanza, della tenerezza, della misericordia di Dio verso i malati, i poveri, i peccatori. Con la chiamata degli apostoli Gesù mette le basi della vita della Chiesa, della vita dei suoi discepoli.

L'apostolo Paolo scrivendo ai Corinzi fa un invito e un richiamo molto preciso e forte, come si vive la Chiesa, la si costruisce e la si testimonia. Dice: “Vi esorto fratelli, a essere tutti unanimi nel parlare, che non vi siano divisioni tra voi. Siate in perfetta unione di pensiero e di sentire. Mi è stato segnalato che tra voi ci sono discordie. Quando si dice: ‘io sono di Paolo, io sono di Apollo, io sono di Cefa, io sono di Cristo'. Quale esame di coscienza è necessario anche per ciascuno di noi per verificare ed esaminarci ciascuno personalmente, ciascun gruppo o realtà...

Siamo animatori e costruttori di unità, di fraternità, di amore sincero e disinteressato, oppure, illudendoci e con molta facilità e supponenza, creiamo divisioni, contrasti, disagi?.Possiamo esaminare la vita delle nostre comunità, delle nostre parrocchie. La parrocchia farà quello che fanno i parrocchiani... nella comunione e per la comunione, cioè per l'unità e il bene di tutti. Il sacerdote sarà il custode della comunione. La parrocchia sarà come la costruiscono i parrocchiani... “Che siano una cosa sola, come io e te, Padre siamo una cosa sola”. “Come un corpo ha molte membra, ognuno al suo posto è al servizio di tutti gli altri, per il bene di tutto il corpo”. Non ognuno per conto suo, ogni cristiano, ogni gruppo, ogni realtà, per conto proprio, in qualcosa che diventerebbe come un egoismo spirituale, facendo quello che a ciascuno piace, a volte giudicando, a volte sentendoci più bravi degli altri. Non si pensa che così, non solo non si costruisce il bene della comunità, ma neanche il proprio. E com'è la partecipazione, la propria responsabilità...? Vado a messa, non vado; vado all'incontro, non vado; vivo il servizio, non lo vivo...? Il Signore ci chiama a vivere la responsabilità e la gioia di un amore vero, concreto, continuo, nella Chiesa e nella società. “Amatevi come Io vi ho amato”, ci ha detto Gesù.

 

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