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TESTO Giovanni Battista testimonial del vero Messia.

padre Antonio Rungi

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (15/01/2023)

Vangelo: Gv 1,29-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Giovanni, 29vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Il vangelo di questa seconda domenica del tempo ordinario dell'anno liturgico Ciclo A è tratto da San Giovanni ed è un dei testi più citati, ripetuti nella liturgica cattolica, in quanto l'espressione usata da San Giovanni Battista per indicare la presenza del Salvatore nella storia dell'umanità è la stessa che i fedeli ripetono ogni santa messa prima di accostarsi e ricevere la santissima eucaristia: “Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”.
L'evangelista Giovanni ci dice circa san Giovanni, il Battista che questi, “vedendo Gesù venire verso di lui, utilizzò la citata espressione per indicare il Messia. Tale espressione ha un significato biblico e teologico unico ed esclusivo, in quanto è sola applicabile a Gesù Cristo. Giovani chiama Gesù l'Agnello di Dio facendo chiaro riferimento alla Pasqua di liberazione degli Ebrei dalla schiavitù dell'Egitto.
La Pasqua ebraica ogni anno ricordava e ricorda la notte della liberazione e il passaggio del Mar Rosso, quando sacrificarono e immolarono un agnello che doveva avere caratteristiche ben precise. All'agnello sacrificale dell'Esodo corrisponde, su altro piano, prettamente teologico e soteriologico. Gesù il Salvatore, che come ben sappiamo sarà immolato sulla croce per noi, offrendo la sua vita, quale Figlio di Dio, per la salvezza dell'umanità. Gesù quindi è il vero agnello sacrificale perché il suo sangue innocente dona la salvezza al mondo intero.
Giovanni è ben conscio e consapevole dell'identità del Cristo e della sua missione. Infatti aggiunge riguardo a Gesù che “Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Gesù è perciò l'unico Messia che Israele e l'umanità intera doveva attendere e quindi accettare per quello che Egli era ed è.
Proseguendo nell'identificare il Cristo e presentarlo ai discepoli di Giovanni, il precursore porta la sua diretta testimonianza quando al battesimo al fiume Giordano. Il Battista ha visto e “contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui”.
Una postilla di facile comprensione è quella che aggiunge il Battista sottolineando che egli “non lo conosceva a Gesù, ma proprio colui che lo ha inviato a battezzare nell'acqua del Giordano gli aveva rivelato: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”.
L'attesa del Battista si realizza così e le promesse fatte da Dio all'umanità vengono portate a compimento con la venuta di Cristo sulla terra. Perciò la presentazione ufficiale fatta da Giovanni Battista del Signore, si conclude, secondo il brano del Vangelo di San Giovanni Apostolo con queste ulteriori parole di conferma di quanto già detto ed anticipato nei versetti precedenti: “E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.
Giovanni testimonial di nostro Signore Gesù Cristo. E' lui che fa da tramite, da sponsor, da promotore del Messia davanti a gente incredula ed in attesa di un messia completamente diverso da come è venuto Gesù sulla terra e come si è presentato, fin dalla grotta di Betlemme, con la sua vita nascosta in Nazareth fino al momento dell'ufficializzazione della sua presenza e della sua missione in mezzo al mondo.
Da questo breve brano giovanneo, denso di significato biblico e teologico, come è d'altronde tutto il quarto vangelo, ci viene un insegnamento molto chiaro e preciso: al di fuori di Cristo non c'è salvezza e riconoscere Gesù quale salvatore del mondo è il primo atto di fede che dobbiamo compiere, rinnovare e soprattutto vivere alla luce di questa verità, il misero principale della fede cristiana.

 

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