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TESTO Energia in movimento

don Luciano Sanvito

Natale del Signore - Messa del Giorno (25/12/2005)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Questo è il giorno dell'energia in movimento, che ognuno di noi può accogliere e trasformare in atto nel proprio pensiero, nelle parole e nelle azioni quotidiane.

É il giorno nel quale il mondo spreca di più, purtroppo.

E non pensiamo al denaro e al pasto luculliano natalizio, alle lussurie.

Pensiamo proprio al cuore: a questa energia che invece di essere utilizzata per il bene nostro e del mondo, anche quest'anno verrà da noi lasciata propagare per dissolversi nelle vanità, nella pace terrena e quieta, che non scomoda nessuno e a nessuno interessa mai.

Questa energia sprecata vanifica il Natale stesso nella sua essenza.

Questo è il giorno della grande potenza prorompente, che può entrare nella realtà del mondo e vivificarla appieno, come nell'uscita dal grembo materno della persona nascente.

Ma è anche il triste giorno, questo, dell'aborto di fatto, fatto e consumato nelle mode del mondo, negli auguri fatti solo di parole, nel consumismo fattosi ormai Dio per ognuno di noi.

Giorno di luce, ma anche, e spesso, giorno di assenza totale di energia.

La concretezza del Natale e la sua cruciale validità fatta di sofferta vita nascente, che apre ai valori saggiati e provati dal destino del quotidiano, viene resa sempre più astratta dai bei discorsi, a partire dalle prediche natalizie fatte di buonismo e santificetur impeccabili dal punto di vista dell'intelletto, ma che non toccano nemmeno da lontano l'energia vitale.

E se ci batte il cuore per l'emozione del ritrovarci a tavola, tra i parenti e gli amici che ci vogliono bene, tra una tombola e l'altra dimenticando oggi il crudo e nudo passaggio della realtà, dell'altro per quello che è, del mondo vero e non rivestito da babbo natale, ci accorgeremo, alla fin fine, che questo tipo di natale, di una religiosità ambigua e quasi peccaminosa, ci ha solo drogato per questo giorno, facendo fare a noi e attraverso di noi non passi avanti, ma indietro all'umanità del qui e ora, di questo nostro natale, passaggio fatale per una vita nuova, ma anche tomba per l'uomo che lo spegne sul suo nascere.

Con gli auguri che il Natale non sia affatto buono, ma valido.

 

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