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TESTO Ospitare le domande

don Alberto Brignoli  

III Domenica di Avvento (Anno A) - Gaudete (11/12/2022)

Vangelo: Mt 11,2-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,

davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

Chi di noi non si è mai posto delle domande, nella vita? Non parlo certo di domande banali, del tipo “Come mi vesto stasera per andare a cena?”, “Che strada faccio per andare in centro evitando il traffico?” o “Cosa cucino domenica a pranzo?”. Per queste domande, ormai, troviamo le risposte nel mondo virtuale: dal telefono, al navigatore, all'assistente vocale che ha il nome di nostra nipote... ogni cosa che ci circonda è in grado di fornirci la risposta migliore alla situazione richiesta, salvo poi finire incastrati con il camion in un vicolo o sotto le volte di un portico perché il navigatore non era aggiornato... Se anche il mondo virtuale, anche l'intelligenza artificiale ha bisogno di “aggiornarsi”, figuriamoci noi...

Ciò che invece non ha bisogno di aggiornamento perché lo fa in maniera automatica ogni volta che ci troviamo di fronte a situazioni particolari della vita - nostra e dell'umanità - sono le domande vere, quelle profonde, quelle che con una certa enfasi chiamiamo “domande esistenziali”, ovvero domande che coinvolgono non tanto il vivere quotidiano, quanto l'esistenza nella sua complessità: qual è l'origine e la fine di tutte le cose, e qual è il loro significato? Cos'è la verità? Cos'è bene e cos'è male? Dio esiste davvero? E se esiste, ed è il Bene supremo, perché esiste il male e sembra anche essere più forte del bene? Perché esistono le ingiustizie? Perché gli innocenti soffrono senza averne colpa?

Sono domande alle quali da sempre hanno cercato di rispondere ‒ in modo differente ‒ la mitologia, la scienza, la filosofia, la religione e la fede che ne consegue. Sì, anche la religione e la fede cercano di dare delle risposte a queste domande: ma quello che ci appare più strano - almeno a noi che ci diciamo credenti - è che pure la religione e la fede portino con sé domande esistenziali. Nessuno di voi si è mai chiesto cosa pensa Dio dell'umanità? E soprattutto, cosa pensa e cosa vuole da ognuno di noi? Nessuno di voi si è mai chiesto il perché di certi comportamenti tenuti da Dio e dallo stesso Gesù, così come ci sono descritti nella Sacra Scrittura? Chi di noi non si è mai confrontato con la propria fede in modo dubbioso e incerto? Sfido chiunque a dire che non si è mai fatto domande sulla propria vita di fede, e soprattutto che non abbia mai avuto dubbi di fede... Io non ho timore a riconoscere che dubito spesso. E altrettanto spesso me lo sento dire, anche da persone profondamente religiose: “Ho tanti dubbi di fede”, “Mi sa che ho perso la fede”, “Non riesco più a credere in Dio come credevo prima, vedendo quello che succede!”...

A volte ci chiediamo se quel Dio che ci è stato insegnato e fatto conoscere con amore e devozione dai nostri cari sia davvero ancora lo stesso Dio... E non è una bestemmia, visto e considerato che la stessa domanda se l'è posta - e l'ha posta al diretto interessato - il più grande dei nati di donna, il ponte tra l'Antico e il Nuovo Testamento, Giovanni Battista: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Una domanda che veniva da una profonda crisi di fede, relativa a quel Dio dal quale aveva ricevuto l'incarico di preparargli la venuta nel mondo e a motivo del quale si trova incarcerato, e che ora si presenta nel mondo in maniera completamente differente da come lui lo aveva annunciato: non un giudice, ma un padre; non una scure, ma una carezza; non un fuoco distruttore ma una fiamma d'amore.

Certo, oggi questa domanda Giovanni Battista più che a suo cugino la rivolgerebbe a noi, chiedendoci se stiamo aspettando veramente Gesù o un altro Messia, considerato il modo che abbiamo di prepararci al Natale, nel quale le domande riguardanti la fede e la presenza di Dio nella nostra vita lasciano spazio a domande del tipo “Dove andiamo a pranzo, a Natale? Dai tuoi o dai miei?” oppure, “Se non vanno bene questi guanti, quanti giorni ho a disposizione per cambiarli?”. Domande di fondamentale importanza per trascorrere bene il Natale, senza dubbio... eppure, anche nell'animo del cuore di chi le pronuncia albergano, forse assopite o forse insabbiate per paura di mettersi in discussione, le domande esistenziali di fronte alle quali trovare risposte non è facile. Anche per chi crede, come fu per il Battista. Anche per uomini e donne dalla fede incrollabile e indistruttibile, il momento del dubbio, il momento delle domande senza una risposta arriva, più o meno violentemente.

E le risposte? Dove le troviamo? Un famoso Premio Nobel della letteratura contemporanea, in una delle sue più note poesie-canzoni, scrisse che la risposta a queste domande “è soffiata via dal vento”. E forse è proprio così, perché le risposte alle domande esistenziali della vita hanno la consistenza di una foglia al vento: possono andar bene al momento, possono darti un po' di consolazione, ma poi - proprio quando hai trovato le risposte alle cose della vita - la vita stessa si diverte a cambiarti le domande... e allora ti senti veramente di nuovo in balia del soffio dei venti della vita.

Anche la nostra vita di fede è soggetta a un vento; anche noi, nella parola di Gesù annunciata in precedenza da Giovanni, abbiamo un vento che soffia. È il vento dello Spirito, nel quale aleggiano le risposte alle nostre domande, ma non vengono di certo spazzate via. È il soffio della voce di Dio, che trasporta sopra le nostre teste e al di là delle nostre esistenze le risposte alle nostre domande, ma non le fa scomparire: le fa camminare nel vento perché da questo vento anche noi ci lasciamo trasportare, perché in questo vento anche noi iniziamo a camminare e ci facciamo sospingere, senza fare resistenza, per non faticare inutilmente, ma lasciandoci trascinare verso dove... lo sa Dio.

Verso le risposte vere? Può darsi. Verso la verità che non troviamo qui, nella nostra vita quotidiana? Può essere. L'importante è non lasciarci prendere dall'ansia delle risposte, o dal timore di non arrivare mai a una conclusione, perché - come diceva Sant'Agostino - “noi cerchiamo continuamente risposte alle domande della vita con il desiderio di trovare la verità, ma ciò che troviamo è solamente il desiderio di continuare a cercare”.

E allora, ospitiamo le domande esistenziali nella nostra vita, anche quando ci sembra di non avere risposta; lasciamo che i dubbi, anche quelli di fede, pervadano le nostre giornate; non abbiamo paura, se tante volte sono più gli interrogativi che le certezze. Le risposte le ha Dio: e ogni tanto, se siamo un pochino più attenti a lui che a noi stessi, le fa germogliare nel giardino della nostra vita perché le possiamo contemplare, meravigliati, come si meravigliava la folla quando la parola di Gesù dava la vista ai ciechi, faceva camminare gli zoppi, risanava i lebbrosi, faceva udire i sordi e addirittura risuscitava i morti.

Forse, questi semi di bene sparsi nel giardino del mondo, ci possono aiutare a non scandalizzarci più di un Dio che, spesso, appare diverso da come ce lo aspettiamo. Forse, più che in tante rispostine formali “da catechismo” o “da bravi credenti” date da chi crede di avere la verità in mano, troveremo la gioia in un Dio che ci prende per mano e cammina con noi lungo quella “via santa” che è la nostra semplice - e a volte drammatica - vita di ogni giorno.

 

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