PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Ci è stato dato un Figlio

don Marco Pratesi  

Natale del Signore - Messa del Giorno (25/12/2005)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Per riflettere sul Natale ci mettiamo in ascolto del prologo della Lettera agli Ebrei (Eb 1,1-6, la seconda lettura), un testo molto denso di contenuti, che ci mostra chi è questo Gesù che oggi nasce, e ci invita a rivolgere il nostro sguardo a Cristo, cercando in lui la salvezza: la nostra fede ha in Cristo il suo centro, in lui abbiamo la vita.

Il Figlio è la Parola definitiva del Padre. Non c'è da cercare un'altra Parola, ma da penetrarla sempre più profondamente. Se cerchiamo altro, il Padre non ha altre parole da dirci. In Cristo abbiamo quello che ci serve per la salvezza. Il resto possiamo ricercarlo e usarlo, ma in dipendenza da Cristo.

Il Figlio è la Parola unica del Padre. Tutta la Scrittura dice un'unica Parola, che è Cristo. Il Verbo è unico e indivisibile: qualsiasi brano della Bibbia io legga, devo alla fine metterlo in relazione con Cristo, poiché egli ne è il cuore.

Il Figlio è stato fatto dal Padre erede di tutte le cose. L'erede è padrone dei beni, ma in quanto li riceve da un altro. Gesù, in quanto uomo, è diventato Signore nascendo, morendo, risuscitando; attraverso l'umiltà della nascita e l'umiliazione della croce è stato esaltato fino a diventare re dell'universo.

Mediante il Figlio il Padre ha creato i mondi. "Per mezzo di lui tutte le cose sono state create", diciamo nel Credo. La creazione porta in sé l'impronta del Figlio. Guardando al Figlio comprendiamo quindi il senso della creazione (compresi noi stessi). Dio crea attraverso la Parola. Se all'origine della creazione non ci fosse una Parola, non ci sarebbe un senso delle cose, un progetto, un'intenzione. Non di rado la mentalità "scientifica" lo afferma: non c'è bisogno di Dio per capire il mondo, il mondo c'è, punto e basta, si rinuncia a dargli un senso.

Il Figlio è lo splendore della gloria del Padre e l'impronta della sua sostanza. Il rapporto tra il Padre e il Figlio viene chiarito mediante due esempi. Il primo è una sorgente luminosa e la sua irradiazione, per esempio il sole e i suoi raggi: sono inseparabili, ma non sono la stessa cosa. Il secondo è una cosa materiale e la sua impronta, per esempio il piede e l'orma: anche qui c'è una profonda unità ma anche una distinzione.

Il Figlio sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza. Il mondo continua a rimanere nell'esistenza attraverso il Figlio. L'azione creatrice del Padre attraverso il Figlio non è solo all'origine del mondo, ma è permanente, Dio sorregge continuamente il mondo. Egli non è come un orologiaio che fa un orologio, lo mette in moto e stop. Dio non sta solo a guardare il mondo e la storia, ma ci sta dentro, agisce al suo interno, li guida. Distaccarsi dal Figlio significa distaccarsi dalla vita e andare verso la morte.

Il Figlio ha realizzato la purificazione dei peccati. Cristo, morendo e risuscitando, ha liberato una volta per tutte e in modo perfetto l'uomo dal male, e quindi dalla morte. Egli è il "sacerdote della nuova alleanza", colui che ha offerto il sacrificio redentore, nel quale egli è al tempo stesso altare, vittima e sacerdote.

Il Figlio è alla destra della Maestà del Padre nei luoghi più alti, ed è superiore agli angeli. In cielo esercita il suo sacerdozio in permanenza. Egli sta "nei luoghi più alti": non esiste cioè niente e nessuno più in alto di lui. Qualunque creatura o realtà spirituale è sottomessa a Cristo. Questa è una Buona Notizia: "io son persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 8,38-39).

Oggi c'è anche una riscoperta degli angeli e del mondo spirituale in genere, ma che spesso lascia poi in ombra il primato di Cristo.

Questi, dunque, è colui che oggi è nato per noi, l'umile bambino di Betlemme. Celebrare il Natale significa rimetterlo al centro. Mettiamoci in ascolto di lui, mettiamo la nostra vita sotto la sua signoria, nelle sue mani, illuminiamo il senso della vita e del mondo alla luce della sua parola. Accostiamoci a Dio per mezzo di lui, rimaniamo in comunione con lui, lasciamoci purificare salvare da lui. Seguiamolo nella sua umiltà per essere con lui nella gloria. Così sia.

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia incontro vivo con Cristo, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

In sintonia con l'umiltà del Verbo fatto uomo, preghiamo come lui ci ha insegnato:

 

Ricerca avanzata  (54016 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: