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TESTO Il lavoro e la misericordia

mons. Roberto Brunelli

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (13/11/2022)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,5-19

In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Il vangelo di questa domenica (Luca 21,5-19) è costituito da un discorso di Gesù che preannuncia eventi futuri, poi puntualmente verificatisi: la distruzione del grande tempio di Gerusalemme, di cui "non sarà lasciata pietra su pietra"; la comparsa di falsi Messia (quanti filosofi e politici ci sono stati, ritenuti o sedicenti benefattori dell'umanità, in realtà maestri di menzogna, cause di tragedie a non finire); guerre tra i popoli; terribili sconvolgimenti della natura, nonché persecuzioni per i suoi seguaci. Le persecuzioni sono ancora in corso e verosimilmente ce ne saranno anche in futuro; è allora da sottolineare quanto il divino Maestro dice a chi ne è vittima: "Avrete allora occasione di dare testimonianza" e "Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita".
 Una sottolineatura richiede anche una frase compresa nella seconda lettura (2Tessalonicesi 3,7-12): "Chi non vuole lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione".

L'espressione può apparire provocatoria, in tempi come i nostri in cui molti non lavorano, e spesso non per scelta! La disoccupazione è uno dei gravi mali che travagliano l'Italia (e non solo): senza lavoro, ha ricordato ripetutamente il papa Francesco, non c'è dignità; e senza lavoro, specie per i giovani, la società non ha futuro. Come può, un giovane disoccupato senza prospettive affidabili, programmare una vita normale, formare una famiglia, nutrire la speranza di concorrere al bene comune? Senza considerare che la mancanza di un lavoro rischia di indurre a comportamenti negativi (l'ozio è il padre dei vizi, dicevano già gli antichi) e la mancanza di prospettive toglie anche la voglia di impegnarsi, ad esempio utilizzando in positivo il tempo forzatamente libero per cercare, con lo studio o la pratica, di acquisire nuove o migliori competenze.

Il lavoro, ha proseguito il papa, dev'essere dignitoso, perché purtroppo, specialmente quando la crisi acuisce il bisogno, aumenta il lavoro disumano, il lavoro-schiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza, oppure senza il rispetto del creato, o senza il rispetto del riposo, della festa e della famiglia. E lucidamente il papa ha poi anche individuato la radice di molte storture di un sistema economico “centrato su un idolo che si chiama denaro”, suggerendo una prospettiva radicalmente diversa ed integralmente cristiana, secondo la quale è necessario togliere centralità alla legge del profitto e della rendita e ricollocare al centro la persona umana e il bene comune. L'obiettivo è che il non lavoro non sia più una dura costrizione. E' un impegno per tutti: anche questa è misericordia.

 

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