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TESTO Commento su Is 35,1-6.8.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11

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III Domenica di Avvento (Anno A) - Gaudete (11/12/2022)

Vangelo: Is 35,1-6.8.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,2-11

In quel tempo, 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,

davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

La lettera di Giacomo 5,7-10: “Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera. Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i profeti che parlano nel nome del Signore.” fornisce un modello di comportamento semplice, ma efficace, nella relazione tra persone: la pazienza.
Abbiamo però l'uomo impaziente, per l'attesa di colui che dovrebbe salvarlo, che lo fa esclamare: “Sei tu quello che deve venire, oppure dobbiamo aspettarne un altro?” Questa è una domanda pronunciata ben due volte, come una sorta di nota stridente, per una doppia diesis in chiave.
Cristo, come ha più volte fatto nella sua vita, non dà una risposta secca, ma invita l'interlocutore a prendere atto di ciò che vede, sente, ode e quindi trarne la risposta: Gesù risponde: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella.” e continuando nell'invito all'interlocutore: “Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta.” per finire addirittura dare alla risposta cercata una contrapposizione: “In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Così non solo si spiega la domanda di Giovanni, ma si capisce anche perché la Chiesa si riproponga quella sua domanda in questo tempo di Avvento. È ovvio che noi aspettiamo di celebrare nel prossimo Natale la venuta di Gesù come colui che è il Messia-Cristo, ma la domanda che ci dobbiamo porre è: che specie di Messia noi crediamo che sia Gesù? In altre parole, il nostro tipo di Messia corrisponde alla vera identità di Gesù?
Giovanni sa che la profezia non appartiene al genere delle previsioni, ma al genere delle promesse. E le promesse di Dio sono sempre al di là delle nostre attese: Dio non realizza sempre le nostre attese, ma compie sempre le sue promesse. Questo significa che dobbiamo lasciarci sorprendere da Dio. È vero: egli non si smentisce mai, ma neanche si ripete; egli si supera sempre, le sue promesse non le copia, le compie, ma andando sempre oltre delle aspettative.
Dobbiamo allora essere aperti al Dio delle sorprese che sconvolge i nostri piani per il futuro e ci chiede di fare con Lui cose che non avevamo mai immaginato di fare. Permettiamo a Dio di continuare a sorprenderci anche questo Natale.

Domanda
- Come singolo, come coppia, come famiglia, come comunità, sapremo fare le nostre scelte concrete, con le opere e con le parole, per fare vedere la differenza cristiana ai nostri fratelli tentati dall'indifferentismo, dal relativismo, dal qualunquismo?

Claudio Righi

 

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