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TESTO Commento su Sof 3,12

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Martedì della III settimana di Avvento (13/12/2005)

Brano biblico: Sof 3,12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero; confiderà nel nome del Signore il resto di Israele.

Come vivere questa Parola?

Anzitutto ci soffermiamo sull'espressione "il resto di Israele". Non ricorre solo in questo brano del profeta Sofonia, ma lo incontriamo anche in diversi altri passi del Primo Testamento. Sta sempre a dire che la ripresa, dopo un periodo di grave crisi, non è mai segnata dalla massa. La conversione del cuore e il rinnovamento della vita: qualcosa che urge anche oggi dentro il decomporsi della cultura occidentale, sono la ripresa, anche in seno alla Chiesa, di un modo d'essere più consono agli insegnamenti di Gesù, al suo vangelo. Ma quali sono, a grandi linee, le prerogative di questo "piccolo resto", a cui, certo, noi vogliamo appartenere? Il testo parla di "popolo umile e povero". Il che non significa certo gente che manca del necessario e che si trascina dentro un senso avvilente d'inferiorità. L'umiltà è quel tranquillo assaporare il proprio senso creaturale, quel guardare a Dio come a Colui che sostiene, vivifica e fa fruttificare il nostro essere e operare. E la povertà segue subito dopo, a giro di ruota. Sei povero se percepisci le tue mani vuote e ne sei lieto perché sai che proprio in quel vuoto c'è posto per tutto quello che di buono, di bello, di aperto al dono (e dunque alla tua vera realizzazione) vuol fare il Signore. Così confidare totalmente "nel nome" (nella potenza di Dio-Amore) ne è l'immediata conseguenza.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, m'interpello circa la mia identità di appartenente al "piccolo resto" che può rinnovare la storia. Ho desiderio di essere davvero umile e dunque povero di vera povertà evangelica?

Signore Gesù, tu hai detto: Imparate da me che sono mite e umile di cuore. Dammi dunque tu stesso l'umiltà e fa' che la mia povertà sia lieta, sia un sorriso di mitezza e di pace nel mondo.

La voce di un Padre della Chiesa

L'umiltà è la vetta della perfezione: più l'uomo vede Dio da vicino, più si sente piccolo in se stesso.
Giacomo di Batna

 

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