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don Michele Cerutti

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Tutti i Santi (01/11/2022)

Vangelo: Mt 5,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,1-12

In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Leon Bloy scrittore, saggista, poeta e giornalista che da violento anticlericale diventa fervente cattolico offre una espressione forte adatta proprio per la Solennità, che la Chiesa ogni anno ci invita a vivere, quella dei Santi.
L'affermazione di Bloy è: “Non c'è che una sola tristezza quella di non essere Santi”.
Questo autore ci offre la giusta cornice per comprendere cosa significhi questa festa.
I momenti che stiamo vivendo certamente ci velano di tristezza perché una guerra non lontana da noi con la sua scia di morte e di miseria sembra non conoscere la parola fine, ma in mezzo a queste tenebre i Santi ci offrono la luce e ci indicano la via del Vangelo e siamo chiamati a farli scendere però dagli altari dove per molti secoli li abbiamo posti così distanti da noi da non renderli nostri simili e hanno reso la santità una questione che non ci riguarda.
I Santi che oggi ricordiamo quelli dei calendari e delle memorie liturgiche, ma anche la schiera infinita di quelli che non conosciamo, sono coloro che hanno vissuto come noi con le loro cadute e si sono rialzati.
Teresa di Lisieux lo afferma: I santi fanno straordinariamente le cose ordinarie.
Allora i Santi sono coloro a cui ci rivolgiamo insistentemente, non per avere quello che desideriamo pur giusto e importante, come può essere ad esempio la salute, ma a loro imploriamo il come vivere le situazioni che la vita ci presenta ovvero come portare la Croce.
Bisogna passare quindi da una visione atea del culto dei Santi, come una sorta di grandi maghi per guardarli come compagni di viaggio che hanno raggiunto la meta.
Questa Solennità diventa così una grande festa in preparazione all'altra festa che segue quella dei defunti.
Guardiamo a coloro che sono arrivati e nello stesso tempo intercediamo per coloro che camminano ancora.
Allora in questa Comunione tra la Gerusalemme del cielo e quella peregrinante ci inseriamo senza troppe elucubrazioni teologiche, ma in una preghiera che raccordi queste due realtà: trionfo e cammino.

 

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