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TESTO Gesù e Zaccheo: quando la conversione è vera e concreta

padre Antonio Rungi

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (30/10/2022)

Vangelo: Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

In questa ultima domenica di ottobre 2022 il testo del vangelo di Luca ci presenta il dialogo tra Gesù e Zaccheo che dall'incontro con Gesù esce fuori da vero ed effettivo convertito e non solo un pio uomo intenzionato a fare qualcosa di diverso dal passato. Egli cambia davvero nel suo comportamento di peccatore pubblico, essendo infatti un pubblicano riscossore di tasse, aumentate per ragioni personali e imperiali.
La scena si svolge a Gerico. Gesù è vicino a Gerusalemme non solo da un punto di vista geografico, ma soprattutto spirituale. Luca ha improntato il suo vangelo su questo viaggio di Gesù verso la città santa, dove si consuma la sua morte in croce e di celebra la sua risurrezione.
Gesù entra nella città e Zaccheo che è piccolo non riesce a vedere Gesù, dal momento che era immerso nella folla. Allora usa uno stratagemma per vedere Gesù con i suoi occhi. Sale su una pianta di sicomoro e da quella postazione privilegiata di osservazione riesce a vedere bene Gesù, al punto tale che il divino Maestro si accorge di quest'uomo sulla pianta, che vuole incrociare il suo sguardo. Ci ricorda Luca che Gesù osservandolo ed avvicinandosi gli disse: «Zacchéo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
Gesù si invita da solo a pranzo di questo uomo, senza che Zaccheo gli abbia rivolto l'invito. Davanti alla richiesta di Gesù, Zaccheo scese in fretta e lo accolse pieno di gioia nella sua abitazione”. Chi non avrebbe gioito di avere Gesù a pranzo? Chi non avrebbe condiviso un simile gesto di attenzione da parte di Gesù. Eppure anche in questa circostanza, le persone presenti a quella scena incominciarono a mormorare facendo notare che Gesù era entrato in casa di un peccatore!.
Una cosa assurda per i benpensanti, ma per Gesù è una cosa così normale e scontata, perché Gesù guarda il cuore delle persone e non la condizione sociale, economica, politica e morale. Per lui tutti vanno accettati, incontrati, amati e perdonati. E ad aver capito pienamente la missione del Maestro è proprio questo capo dei pubblicani di Gerico che alzatosi al di sopra dei presenti dice con chiarezza e convinzione: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù non aveva chiesto niente a Zaccheo e lui spontaneamente riconosce i suoi errori e dimostra la sincera volontà di cambiamento. Gesù lo intuisce, lo interpreta con esattezza e si esprime con parole di speranza, rinnovamento e cambiamento radicale: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo”.
Zaccheo è riconosciuto persona e soggetto incamminato come tutti sulla via della salvezza. Occasione propizia da parte di Gesù per mettere in risalto la sua missione su questa terra e il motivo vero per cui si è incarnato nel grembo verginale di Maria: “Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». In poche parole Gesù ribadisce con questa affermazione che Egli è l'unico e vero salvatore, in cui tutti trovano accoglienza, salvezza, misericordia e perdono. Anche Zaccheo ha questo diritto di non essere escluso dalla misericordia di Dio, come d'altra parte tutti noi che di certo non siamo migliori dello stesso Zaccheo, anzi a volte siamo peggiori di lui, in quanto con il cuore indurito, senza nessuna sincera volontà di cambiare vita, ma continuando a persistere sulla via del male.

Quale insegnamento possiamo avere da questo brano del vangelo in cui c'è descritta la conversione del capo dei pubblicani nella città di Gerico?
Facciamo nostro questa riflessione di Papa Francesco che ha commentato tale brano evangelico: “Guardiamo Zaccheo, oggi, sull'albero: il suo è un gesto ridicolo, ma è un gesto di salvezza. E io dico a te: se tu hai un peso sulla tua coscienza, se tu hai vergogna di tante cose che hai commesso, fermati un po', non spaventarti. Pensa che qualcuno ti aspetta perché mai ha smesso di ricordarsi di te; e questo qualcuno è tuo Padre, è Dio che ti aspetta! Arrampicati, come ha fatto Zaccheo, sali sull'albero della voglia di essere perdonato; io ti assicuro che non sarai deluso. Gesù è misericordioso e mai si stanca di perdonare”. “Lo sguardo di Gesù - prosegue Papa Francesco - va oltre i peccati e i pregiudizi; vede la persona con gli occhi di Dio, che non si ferma al male passato, ma intravede il bene futuro”. Per questo, quando Gesù entrando in casa di Zaccheo, può esclamare con gioia: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza”. Facciamo diventare il nostro cuore la casa ove può entrare il Signore e cambiarlo con renderlo più umile, buono e generoso, soprattutto in questi prossimi giorni in cui celebreremo la Festa di tuti i Santi e la Commemorazione di tutti i fedeli defunti. La memoria della morte e della risurrezione di Cristo e nostra sia un motivo in più per convertirci e rinnovarci nel profondo della nostra vita, senza esteriorità e superficialità, ma convinti più che mai che è tempo di cambiare, prima che sia troppo tardi.

 

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