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TESTO Commento su Luca 18,9-14

padre Paul Devreux

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XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (23/10/2022)

Vangelo: Lc 18,9-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 9disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri
Chi sono i giusti che disprezzano gli altri? Normalmente sono gli altri; io no, perché so che è brutto farlo e non voglio essere come gli altri...

«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.

E io come sono? E' bello ringraziare Dio se ho la fortuna di avere ricevuto cosi tanto dalla vita e dai genitori da poter essere onesto, giusto e fedele. Ma da dove nasce questo bisogno di giudicare e disprezzare l'alto?

Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Anche io, che conosco questo testo, ho tendenza a pregare come il pubblicano, ma poi aggiungo:” e ti ringrazio che non sono come quel bellimbusto del fariseo, sempre pronto a vantarsi e a giudicare”. Quindi giudico anche io; ma perché? Perché il mio bisogno di essere considerato è cosi forte, che ho sempre paura di essere messo in ombra dall'altro, per cui in qualche modo devo per forza infangarlo, criticarlo, diminuirlo, per poter emergere io ed essere cosi notato e amato. Io lo vedo anche quando critico qualcuno cosi tanto che finisco con l'arrabbiarmi. Se riesco a fermarmi prima e a pregare, mi rendo conto che dietro quella rabbia, c'è la paura di rimetterci, di essere messo in cattiva luce. Ma in realtà sono solo un povero che ha paura di essere messo da parte. Saperlo, aiuta molto, perché cosi posso veramente dire: O Dio, abbi pietà di me peccatore, abbi pietà di me quando non riesco a vedere il tuo amore per me, perché basta questo per non avere più bisogno di arrabbiarmi e di giudicare. Una via maestra per riuscirci è quella di ringraziare il Signore per la presenza di chi tendo a disprezzare e mi fa arrabbiare, perché mi rivela il mio bisogno. Se cosi non fosse non avrebbe il potere di farmi arrabbiare e non avrei bisogno di criticarlo.

Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
E' proprio così. Più riconosco di essere piccolo e bisognoso, più sperimento l'amore di Dio e degli altri.

Buona domenica.

 

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