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TESTO Commento su Matteo 21,23-27

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Lunedì della III settimana di Avvento (12/12/2005)

Vangelo: Mt 21,23-27 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?»

Come vivere questa Parola?

Ogni autorità viene da Dio. Soprattutto quella che il Padre stesso ha conferito a Gesù, il suo Figlio Unigenito. Ma a Gerusalemme proprio i capi del popolo sono renitenti a riconoscere questo! Gesù ha appena compiuto il gesto fortemente messianico della purificazione del tempio (cf Mt 21,12ss) ed ecco che gli chiedono delle credenziali, loro che restano fermi nella loro fredda incredulità e rifiutano di lasciarsi "sorprendere" dal misterioso procedere di Dio. È interessante vedere come si pone il dialogo e che esito ha. Gesù non dà risposta alla loro domanda: piuttosto egli, a sua volta, li interpella. E poiché gli interlocutori restano muti, Gesù afferma con grande libertà e dignità, dominando, non senza lieve ironia, la situazione: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Nella densa pericope trapela lo scontro aperto tra due modi di essere e di agire. In Gesù la sovrana libertà di chi agisce per un'autorità avuta da Dio che non diventa mai "potere" oppressivo. Nei notabili di Gerusalemme quel miscuglio di diffidenza e paura che vuole ad ogni costo garanzie a favore non certo della verità e del Regno di Dio ma dei propri interessi e privilegi.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi lascio afferrare fino in fondo dalla statura umano-divina della persona di Cristo. L'adoro in silenziosa considerazione della sua autorità che, lungi dal diventare potere, è invece sempre autorevolezza per la quale – dicono i vangeli – le folle pendevano dalle sue labbra e lo seguivano ovunque.

Signore Gesù, tu sei grande, tu sei il più grande della storia e non solo non hai spadroneggiato sugli altri, ma hai mostrato, specie ai più deboli, la tenerezza del Padre. Dà autorevolezza anche al mio dire e operare per la veri-tà e il Regno.

La voce di un biblista

Chi pone interrogativi senza lasciarsi interrogare, chi desidera sapere senza cambiar parere, chi cerca la verità senza rinunciare alle certezze, chi vuole la giustizia senza rinunciare ai privilegi, non otterrà risposta alla sua sete di conoscenza, di verità, di giustizia.
Silvano Fausti

 

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