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TESTO La fede che guarisce e che salva

padre Antonio Rungi

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (09/10/2022)

Vangelo: Lc 17,11-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17,11-19

11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Il vangelo di questa XXVIII domenica del tempo ordinario ci presenta il racconto della guarigione di dieci lebbrosi, che Gesù opera mentre sta entrando in un villaggio che porta a Gerusalemme, e che attraversava la Samarìa e la Galilea. Cosa successe in quel frangente? All'improvviso vennero incontro a Gesù dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza, conoscendo bene le norme igieniche per evitare la diffusione del contagio. Stando lontani alzano la voce per farsi sentire e chiedere l'attenzione di Gesù sulla loro condizione fisica di estrema miseria e povertà, dal momento che la lebbra deformava, isolava ed abbrutiva le persone. Preso il coraggio necessario si rivolgono al Signore con queste parole semplici ma importanti per capire di cosa stiamo parlando «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Quell'abbi pietà di noi, non esprime solo il dolore e la sofferenza della loro condizione fisica di malattia, ma indica quello che era noto presso gli ebrei: ogni male era castigo di Dio e una logica conseguenza della condizione di peccato in cui si trovava la persona che contraeva una qualsiasi malattia, soprattutto se contagiosa, come quella della lebbra. Gesù a questa richiesta di aver pietà e misericordia nei loro confronti indica una possibile via di soluzione ai loro mali, per la purificazione del corpo e dello spirito: Andate a presentarvi ai sacerdoti. Il testo del vangelo di Luca ci fa capire che essi ubbidirono e si incamminarono verso il tempo, dove poter usufruire di un lavacro speciale che li potesse sanare.

Gesù non aspetta che i dieci lebbrosi compiano il rito prescritto dalla sacra scrittura ed interviene subito, al punto tale che essi si accorgono di essere stati guaiti e quasi come se non fosse successo niente, continuano per la loro strada. Non tutti per la verità. Infatti, solo uno dei dieci, un forestiero, un samaritano ritorna indietro per ringraziare Gesù, che apprezza il dono ricevuto da Gesù, mentre gli altri nove non ringraziano né sono riconoscenti. Di fronte a questa scena di grande umanità Gesù parlando con chi gli sta accanto e rivolgendosi allo stesso lebbroso guarito fa osservare: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». Subito dopo completa l'opera di purificazione del lebbroso, dicendogli: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!».

Due espressioni molto significate: Alzati. Qui si intende non solo il fatto che dalla condizione di prostrazione Gesù vuole che si alzi e si guardino negli occhi, si incrocino gli sguardi. E infatti il lebbroso si alza immediatamente ben sapendo ciò che era successo a lui stava con Gesù e agli altri che erano andati via senza neppure un cenno di gratitudine.

Intanto Gesù a quel lebbroso dice parole che hanno un peso ed una consistenza per il suo futuro. Gesù chiede al lebbroso guarito di riprendere il cammino della normalità della vita, in quanto in lui è scattata quella profonda verità che riguarda noi esseri mortali: la fede. La fede ha il coraggio di chiedere, la fede ha la forza di ottenere, la fede ha il potere di guarire, la fede ha la facoltà di riappropriarsi della vita. Quella espressione usata da Gesù “va la tua fede ti ha salvato”, rivolta all'unico dei dieci lebbrosi guariti che era tornato indietro per ringraziare il Signore la dice lunga sul modo di intendere la fede e come effettivamente va vissuta: la fede è riconoscenza, gratitudine e ringraziamento per tutto quello che Dio ci dona continuamente.

Il lebbroso guarito ne è un esempio in quanto mediante la fede non solo ha ottenuto dal Signore la guarigione del corpo, ma soprattutto quello dello spirito.

Possa la nostra poca o grande fede aiutarci a camminare sulle vie della purificazione non solo dei mali del corpo, ma soprattutto della lebbra della mente e del cuore, quella che è più pericolosa e contagiosa, perché non sanabile senza una cura di spiritualità, conversione e voglia di cambiamento radicale che solo Dio può donarci con la sua grazia, soprattutto con il sacramento della confessione, penitenza e riconciliazione se ben fatta, sentita e sincera con il proposito di iniziare una nuova vita in amicizia con Dio, con il fratelli e con il mondo intero.

 

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