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TESTO Amare i propri nemici: sfida difficile, non impossibile

don Michele Cerutti

V domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore (Anno C) (02/10/2022)

Vangelo: Lc 6,27-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,27-38

27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Negli ultimi decenni sperimentiamo, come Chiesa, un passaggio di grandi trasformazioni perché passiamo da una società cristiana a una pluralità di religioni e tutto ciò che era tipico di questa impostazione sociale è entrato in crisi.
Dobbiamo entrare in dialogo con il mondo circostante crescendo nella consapevolezza che la salvezza è di tutti.
Il rischio è quello che riguarda molti cristiani che davanti alle sfide di questo cambiamento d'epoca utilizzano la difesa, lo schermo protettivo facendo dell'esperienza di fede in Cristo una questione di club privato.
Israele comprende dopo l'esperienza dell'esilio babilonese che la salvezza è di tutti e che l'impostazione deuteronomistica che è esclusivista viene smontata.
Quello che si prospetta per Israele è una sorta di libertà particolare.
Paolo avverte la Comunità di Roma particolarmente variegata a non chiudersi in sottogruppi e in fazioni, ma a vivere con gli stessi sentimenti che furono di Cristo.
Quali sono questi sentimenti? Paolo lo aveva annunciato anche alla comunità di Filippi. Cristo svuotò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini e apparso in forma umana si sottopose all'ignominia della Croce.
Nel servizio ai fratelli senza distinzione alcuna troviamo l'atteggiamento giusto d'avere.
Chi continua a rimpiangere un passato di fede, fatto di regole e di prescrizioni in cui chi non si riconosceva era escluso, è fuori dalla storia.
L'adesione a Cristo parte prima dall'amore di Gesù stesso per ciascuno di noi e i nostri comportamenti sono frutto del discernimento, ovvero della risposta a questo amore.
Nel comandamento dell'amore il cristiano è chiamato a essere quel monte a cui accorrono tutti i popoli, come ci dicono i profeti dell'Antico Testamento.
L'esperienza cristiana si fonda su questo amore incondizionato anche per chi è lontano da noi e per chi consideriamo nemico.
Gesù è il primo che ha vissuto questo comandamento e hanno fatto seguito una schiera innumerevoli di martiri che si sono donati per Cristo con il sangue.
Ma come fare ad amare i propri nemici?
Non nascondo che è difficile e tutti siamo passati da questa esperienza di difficoltà.
Ci vogliono anni per sanare ferite e questo lo sappiamo in molti.
Una ricetta lo dice Gesù stesso è pregare per chi ci fa del male.
Io ho provato questa esperienza e debbo dire la verità che se magari ancora mi è difficile perdonare, la preghiera mi ha aiutato tanto.
Io consiglio sempre di far celebrare una Messa per quella persona che ci ha fatto del male ed è un modo per unire al mistero di morte e di risurrezione di Cristo quel fratello o quella sorella e la situazione di contrasto che si è formata.
Amare i propri nemici è complesso, ma affidando a Colui che per primo ha compiuto questo gesto nel momento più alto quello della Croce tutto diventa più semplice. A noi l'umiltà di affidare tutto a Lui.

 

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